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Trump ribaltato dai tribunali: l'abolizione della cittadinanza per nascita dichiarata incostituzionale
Una corte d'appello federale di San Francisco si è pronunciata contro l'iniziativa di Donald Trump di eliminare il diritto alla cittadinanza per nascita sul suolo americano. Questa decisione conferma diverse precedenti sentenze di tribunali di grado inferiore che avevano bloccato l'attuazione dell'ordine esecutivo emesso durante la presidenza Trump.
Il presidente repubblicano, che aveva cercato di limitare l'accesso alla cittadinanza ai figli nati da genitori stranieri privi di status legale, si scontra ancora una volta con le garanzie costituzionali. Il disegno di legge aveva scatenato un'ondata di ricorsi legali, in particolare da parte di procuratori democratici e organizzazioni per i diritti civili, che denunciavano una flagrante violazione del XIV Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Diverse corti in stati come Maryland, Massachusetts e New Hampshire avevano già bloccato l'attuazione di questa controversa misura.
Sebbene la Corte Suprema abbia già ascoltato le argomentazioni nei ricorsi pendenti, non si è ancora pronunciata sulla costituzionalità di questa decisione. Una decisione definitiva potrebbe essere presa questo ottobre.
In particolare, persino i giudici della Corte d'Appello nominati da Trump hanno respinto le giustificazioni presentate dal Dipartimento di Giustizia. La giudice Danielle Forrest, nominata da Trump, ha osservato che il governo non ha fornito alcuna prova che dimostri che un divieto temporaneo della politica causerebbe danni irreparabili.
Quest'ultimo ostacolo legale è una battuta d'arresto simbolica per Donald Trump, che sta proseguendo la sua campagna per un secondo mandato nel 2024, basandosi fortemente su una narrativa incentrata sulla sicurezza e contro l'immigrazione.