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Trump ammette la carestia a Gaza mentre Israele valuta l'occupazione totale
In un'ammissione senza precedenti, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto l'esistenza di una carestia devastante a Gaza, che colpisce in particolare i bambini, contraddicendo il resoconto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che continua a negare la portata della catastrofe umanitaria.
In una conferenza stampa insieme al primo ministro britannico Keir Starmer in Scozia, Trump ha dichiarato: "Alcuni di questi bambini stanno effettivamente morendo di fame. Lo vedo, e non può essere solo un'accusa". Ha annunciato che Washington, in collaborazione con attori internazionali, si stava preparando ad aprire centri di distribuzione alimentare nell'enclave, con finanziamenti garantiti e l'impegno dei partner europei, tra cui la Commissione Europea.
Sul campo, gli allarmi delle Nazioni Unite si stanno intensificando. L'UNRWA ha sottolineato che i lanci aerei israeliani "non porranno fine alla carestia", denunciando la mancanza di un accesso sicuro e sufficiente per gli aiuti umanitari a causa della rigida chiusura dei valichi da parte dell'esercito israeliano da marzo.
Nel frattempo, secondo il quotidiano Israel Hayom, diversi ministri del gabinetto di sicurezza israeliano ritengono che la decisione di occupare completamente Gaza sia imminente, a seguito del fallimento dei negoziati per il cessate il fuoco con Hamas. Questa opzione coincide con la continuazione degli attacchi e il blocco dei convogli umanitari, nonostante brevi "sospensioni tattiche" delle operazioni militari in alcune aree.
Le divisioni interne al governo israeliano si stanno ampliando. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha criticato l'autorizzazione di alcune spedizioni umanitarie, minacciando di abbandonare la coalizione. Da parte sua, il leader di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, ha denunciato la volontà di Israele di imporre una zona cuscinetto nel sud del territorio con l'obiettivo di sfollare forzatamente i residenti.
La situazione umanitaria ha raggiunto livelli allarmanti: secondo i dati delle Nazioni Unite, 147 palestinesi, tra cui 88 bambini, sono già morti di fame, mentre "un palestinese su tre a Gaza non mangia nulla da diversi giorni", ha avvertito l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari.
Dal 7 ottobre 2023, la guerra israeliana ha causato oltre 205.000 morti e feriti tra i palestinesi, la maggior parte dei quali donne e bambini, con quasi 9.000 dispersi e centinaia di migliaia di sfollati. Le organizzazioni internazionali denunciano uno scenario di "lento sterminio" che combina bombardamenti, blocchi, carestia e sfollamenti forzati, in quella che viene descritta come una delle peggiori tragedie umanitarie contemporanee.