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Il Consiglio di sicurezza dell'ONU condanna i massacri contro i civili nella Siria occidentale
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato fermamente i massacri commessi contro i civili nella Siria occidentale, invitando le autorità di transizione a "proteggere tutti i siriani senza discriminazioni, indipendentemente dalla loro affiliazione".
In questo contesto, la Presidente del Consiglio, l'Ambasciatrice danese Kristina Markus Lassen, ha dichiarato che il Consiglio condanna fermamente la violenza diffusa verificatasi nei governatorati di Latakia e Tartus dal 6 marzo, in particolare i massacri contro i civili, in particolare all'interno della comunità alawita, a cui apparteneva l'ex Presidente Bashar al-Assad.
Il Consiglio ha espresso profonda preoccupazione per le conseguenze della violenza sull'intensificazione delle tensioni tra le comunità locali in Siria. Ha invitato tutte le parti interessate a "cessare immediatamente ogni violenza o qualsiasi attività che possa aggravare la situazione". Il Consiglio ha inoltre esortato le autorità di transizione a "proteggere tutti i siriani, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o religiosa".
In un contesto simile, negli ultimi giorni nella Siria occidentale si sono verificate violazioni su larga scala contro i civili, principalmente alawiti, a seguito degli attacchi contro le forze di sicurezza da parte di ciò che restava dell'ex regime. La ONG Human Rights Watch ha segnalato "centinaia di morti, tra cui intere famiglie", mentre l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha segnalato "1.225 civili uccisi".
Di conseguenza, il Consiglio di sicurezza ha invitato le autorità siriane a "assicurare alla giustizia tutti i responsabili della violenza e ad adottare misure per impedire il ripetersi di tali atti, compresi quelli commessi contro persone in base alla loro etnia, religione o credo, garantendo nel contempo la protezione di tutti i siriani senza discriminazioni".
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