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Washington ribadisce il suo impegno diplomatico con Teheran nonostante l'escalation militare
Mentre le tensioni tra Israele e Iran raggiungono un livello critico, gli Stati Uniti ribadiscono il loro impegno per una soluzione diplomatica. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tami Bruce, ha dichiarato martedì che Washington "rimane impegnata a raggiungere un accordo diplomatico con l'Iran", aggiungendo che il presidente Donald Trump "vuole solo la pace".
Secondo Bruce, "le azioni del presidente e degli Stati Uniti mirano a trovare soluzioni diplomatiche. Trump vuole risolvere i problemi attraverso il dialogo e le sue intenzioni rimangono immutate".
Tuttavia, nonostante questa posizione ufficiale, fonti a conoscenza della questione rivelano una dinamica più sfumata. Due funzionari citati dalla CNN affermano che Donald Trump è sempre più propenso a usare la forza militare contro l'infrastruttura nucleare iraniana, esprimendo crescente frustrazione per la percepita inefficacia della diplomazia.
In questo contesto di tensione, tre alti funzionari statunitensi hanno confermato a Reuters un sostanziale aumento della presenza militare statunitense in Medio Oriente. L'operazione prevede il dispiegamento di caccia F-16, F-22 e F-35, con un obiettivo definito "difensivo" da due delle fonti. Questi velivoli sono stati mobilitati per intercettare droni e missili nella regione, a dimostrazione di un rafforzamento militare volto a tutelare gli interessi statunitensi nel cuore di un'arena geopolitica instabile.
Questo contrasto tra retorica diplomatica e realtà operative illustra le tensioni interne alla strategia statunitense, divisa tra il desiderio di pacificazione e una dimostrazione di forza in una regione in precario equilibrio.
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