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Latte: aumento prezzo in Italia e Ue, Nord produce di più, ogni settimana al Sud mancano 50 cisterne
Fra maggio e ottobre il prezzo del latte in Italia e in Ue dovrebbe mantenersi in aumento, grazie a una domanda mondiale sostenuta, in particolare per quanto riguarda i formaggi, il vero e proprio core business del Made in Italy lattiero caseario e dell’Unione europea, burro e panne. Lo prevede l’Osservatorio di Clal.it, punto di riferimento per il comparto lattiero caseario e partner di Fieragricola di Verona.
La produzione italiana si polarizza. La nuova geografia delle produzioni che si sta delineando nel nostro Paese potrebbe avere effetti in parte destabilizzanti sul mercato del latte spot, quello in cisterna venduto con contratti di conferimento non superiori ai tre mesi, talvolta proveniente da Paesi esteri (Austria, Germania, Francia). Se fra gennaio e febbraio di quest’anno le consegne di latte in Italia sono salite dello 0,7% a 2.193.505 tonnellate, il Nord ha segnato un’accelerazione dell’1,6% (con una produzione di 1.921.885 tonnellate), mentre il Centro, il Sud e le Isole hanno perso rispettivamente il -4,8% e il -4,7% tendenziale. “In termini concreti significa che al Centro-Sud mancano circa 50 cisterne di latte alla settimana rispetto alla domanda 2023, che vengono acquistate dal Nord Italia, innescando rialzi sul mercato del latte spot”, rileva l’Osservatorio.
L’autosufficienza in Italia. “L’Italia – scrivono Mirco De Vincenzi ed Ester Venturelli su clai.it – ha un’autosufficienza per il consumo complessivo di latte del 92% circa. Per questo è necessario importare semilavorati, prodotti finiti e prodotto sfuso durante l’anno. Le quantità di sfuso aumentano quando si produce meno, specialmente nel periodo autunnale oppure, come in questa fase tardo primaverile ed estiva, quando vi è maggior domanda dalle Imprese del Sud Italia per produrre formaggi freschissimi. Il latte sfuso importato entra, quindi, nel mercato del latte spot italiano. Prodotto non contrattualizzato (o con contratto di somministrazione non superiore ai tre mesi) che rappresenta una parte limitata del latte scambiato nel mercato. Le quantità importate erano diminuite tra il 2020 e il 2022 a causa di una carenza di materia prima soprattutto in Germania, primo fornitore per l’Italia. Nel 2023, l’import di latte ha poi registrato un aumento delle quantità del +46,9% e un ulteriore +16,4% nei primi due mesi del 2024″.