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Falso messaggio virale su Instagram afferma di proteggere la privacy da Meta: avviso di disinformazione
Negli ultimi giorni un messaggio virale fuorviante ha preso il sopravvento su Instagram, sostenendo che Meta, la società madre del social network, utilizzerà le informazioni personali degli utenti a meno che non pubblichino una dichiarazione nelle loro storie. Più di 550.000 utenti hanno condiviso il post, temendo che il loro silenzio avrebbe avuto conseguenze legali.
Il messaggio incoraggiava gli utenti a pubblicare un testo specifico, sostenendo che se non lo avessero fatto, Meta avrebbe potuto accedere ai loro dati privati, compresi quelli scambiati nei messaggi diretti. Questa voce ha generato un'ondata di preoccupazione, spingendo molti abbonati a copiare e incollare questo falso avvertimento senza verificarne l'autenticità.
In risposta a questa massiccia diffusione di disinformazione, Instagram ha rapidamente inserito un’etichetta che avverte gli utenti che si trattava di informazioni false. Meta ha inoltre chiarito la situazione specificando che né le storie né i messaggi privati vengono utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale dell'azienda. Questa falsa voce, ricordata in diverse pubblicazioni simili in passato, ricompare regolarmente sui social network.
Meta ha ribadito che solo i post pubblici di utenti adulti possono essere utilizzati per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale, mentre sono esplicitamente esclusi i contenuti di utenti minorenni. Lo scorso giugno Meta ha introdotto un meccanismo per consentire ai suoi utenti europei di opporsi all'utilizzo dei propri dati, in conformità con le normative locali. Tutte le obiezioni vengono prese in considerazione ed elaborate dalla società.
Separatamente, la questione della protezione dei dati ha preso una svolta legale a settembre, quando un gruppo sulla privacy, NOYB (None of Your Business), ha intentato una causa contro Meta, accusando la società di violare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). La denuncia riguarda il trattamento dei dati degli utenti senza il loro esplicito consenso, punto centrale del quadro normativo europeo sulla privacy.
Questo caso evidenzia le crescenti preoccupazioni sull'uso dei dati personali e sulla diffusione di informazioni false, che sfruttano la paura e l'incertezza degli utenti riguardo alle questioni relative alla privacy e alla sicurezza digitale.