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Da Roma a Bisanzio: Mou riparte dal Fenerbahce
Mou riparte dal Fenerbahce. Come Zeman. Solo che, al Boemo, non andò benissimo l’esperienza turca. Ma lo Special One è diverso. E spera di ripartire nella corsa al calcio che conta cogliendo la voglia di rivalsa che pervade il club di Istanbul. Già, perché i Canarini del Bosforo sono, da mesi, ai ferri corti con la Federazione turca. Uno scontro sfociato a seguito dei fatti accaduti a Trebisonda, dopo l’invasione di campo da parte dei supporters del Trabzonspor che aggredirono calciatori e staff tecnico della squadra. A seguito di quell’episodio, il club valutò l’ipotesi di ritirarsi dalla Superlig. Scelta che fu scartata ma la protesta nei confronti del Palazzo si concretizzò in Arabia Saudita quando, in campo per la SuperCoppa contro il Galatasaray, i calciatori del Fenerbahce (che schierò la primavera per protesta) lasciarono il terreno di gioco dopo due minuti (e un gol subito, segnato dall’ex Inter Mauro Icardi).
Adesso il Fenerbahce, che qualche giorno fa ha detto addio a Leonardo Bonucci, ritiratosi dal calcio giocato, riparte puntando tutto le sue fiches su Mou. Un tecnico sanguigno e passionale che sa bene, come ha dimostrato l’esperienza alla Roma, coinvolgere il pubblico di casa. Quello di cui ha bisogno, ora, la squadra turca che punta con decisione a riprendersi il primato e a vincere il campionato. Questa mattina l’ufficialità che ha un po’ spiazzato il mondo del calcio, abituato a vedere Mourinho dimenarsi su altri palcoscenici. Il presidente Aziz Yildirim ha twittato l’annuncio: “Abbiamo un accordo e sabato ci incontreremo con lui in Inghilterra. Se sarà concluso, porterò Mourinho a Istanbul la prossima settimana. Non posso dire nulla senza aver discusso con lui del trasferimento, verrà per due anni”.
Un biennale, per ora, è tutto ciò che si sa sul matrimonio Mou-Fenerbahce. Sul web, tanti osservano che, forse, la parabola discendente dello Special One è già iniziata. La decisione di Mourinho, però, non è così banale come sembra. Gli stadi turchi traboccano di passione e se è pur vero che, a livello di club, il calcio anatolico non ha brillato in campo internazionale, forse è giunto il momento di fare un salto di qualità.