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Agenti di intelligenza artificiale: un nuovo bersaglio per gli attacchi informatici
La rapida ascesa degli agenti di intelligenza artificiale sta aprendo un nuovo fronte nella sicurezza informatica. Questi strumenti, ora integrati nei browser e nei sistemi aziendali, stanno diventando obiettivi privilegiati per la prompt injection, una tecnica che prevede l'inserimento di istruzioni dannose in pagine web, e-mail o immagini, che l'IA esegue poi all'insaputa dell'utente.
Mentre Meta considera questa minaccia una semplice vulnerabilità, OpenAI la descrive come "un problema di sicurezza irrisolto". Con l'avvento di agenti di intelligenza artificiale autonomi in grado di agire in modo indipendente online – navigando in Internet, accedendo a database o interagendo con altri sistemi – i criminali informatici hanno nuovi vettori di attacco a disposizione di tutti.
Una volta ingannato, un agente di intelligenza artificiale può estrarre dati sensibili, modificare file o manipolare il comportamento di un sito web, rappresentando un rischio sistemico per le organizzazioni. Le aziende stanno rispondendo: Microsoft ha integrato un rilevatore di ordini sospetti, mentre OpenAI avvisa gli utenti quando l'IA accede a un sito sensibile.
La sfida sta nel bilanciare sicurezza e praticità. Gli utenti desiderano che l'IA funzioni senza un monitoraggio costante, ma gli esperti sottolineano che l'IA non è ancora sufficientemente matura per funzionare in modo autonomo per periodi prolungati, soprattutto in settori sensibili come quello bancario, sanitario e governativo.