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Costo delle assunzioni, con il Superbonus detrazioni fino al 130%
Si chiama Superbonus, ma non è quello edilizio che ha fatto drizzare i capelli in testa al ministro Giancarlo Giorgetti alle prese con la voragine miliardaria in cui ha lasciato il nostro Paese. Stavolta il governo ha voluto fare la differenza con il passato a partire dalla terminologia, proprio per cancellare il ricordo di una misura del passato che tuttora è uno degli incubi nelle stanze del Mef. E’ un Superbonus subito ribattezzato 120% – una maxideduzione fiscale per le aziende che assumono – perché dedicato al mondo del lavoro. E prevede l’aumento al 20% del costo da dedurre per quanti assumeranno a tempo indeterminato. Una percentuale che diventa il 30% nel caso delle categorie protette – giovani e donne -, sempre per chi prevede e programma assunzioni a tempo indeterminato. Una agevolazione fiscale che viene introdotta dal decreto emanato proprio dal ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, di concerto con la sua collega Marina Calderone ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Un provvedimento che contiene le modalità di attuazione della riforma dell’Irpef.
La maggiorazione del costo del lavoro, si legge nel decreto pubblicato sul sito del Mef, “spetta per le assunzioni di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, con contratto in essere al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023″. E scatterà se il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato alla fine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 è superiore al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupato nel periodo d’imposta precedente”. In pratica, per far scattare la maggiorazione, dovrà salire anno su anno il numero dei dipendenti assunti a tempo indeterminato. Il costo del personale da assumere ai fini del beneficio, si legge nel testo, “è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20 per cento”. Lo stesso costo “è incrementato di un ulteriore 10 per cento in relazione alle nuove assunzioni a tempo indeterminato di dipendenti ricompresi in ciascuna delle categorie meritevoli di maggiore tutela”.
Un incentivo ad assumere che si applica a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma societaria, nonché ai lavoratori autonomi. Secondo le stime del Def, la misura potrebbe avere un impatto su circa 380mila imprese e scatterà, con la deduzione, per tutte le assunzioni a tempo indeterminato firmate dal primo settembre di quest’anno e fino al 31 dicembre 2025.
Sono esclusi dall’agevolazione i soggetti non titolari di reddito d’impresa. Per esempio, gli imprenditori titolari delle aziende agricole e coloro che svolgono attività commerciali in via occasionale, così come le società ed enti in liquidazione ordinaria o soggetti a liquidazione giudiziale.
Una manovra che, da parte del governo, interviene come sempre ipotizzato, sul costo del lavoro. Un modo per rispondere anche all’opposizione che invece insiste sull’importo del salario minimo. “La soluzione – aveva detto recentemente la ministra Calderone – non è quella di fissare per legge l’importo minimo della retribuzione, la soluzione è consentire al mercato del lavoro di poter dispiegare tutte le potenzialità e costruire un sistema retributivo che dia soddisfazione a chi oggi all’estero trova offerte di lavoro migliori”. Spiegando che l’obiettivo dell’esecutivo è “mettere soprattutto sullo stesso piano le aspettative delle persone”. Da qui la maxidetrazione “per le aziende che assumono giovani, donne e persone in situazione di svantaggio. E’ un momento favorevole per il mondo del lavoro”.
“Abbiamo il tasso di occupazione più alto di sempre e il tasso di disoccupazione più basso di sempre – aveva aggiunto -. Le aziende assumono con contratti a tempo indeterminato ma poi abbiamo 1,5 milioni di posti di lavoro che non si trovano. Perciò dobbiamo rimettere in moto la macchina e dobbiamo farlo partendo da un presupposto di promuovere una sana imprenditoria”.