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Studenti, numeri Eurostat e lo scetticismo dei piantatori
Impazza il dibattito sullo ius scholae ma per Matteo Piantedosi non ce n’è bisogno dal momento che l’Italia è “il Paese al primo posto per concessioni in termini assoluti di cittadinanze”. Il ministro degli Interni sciorina trend basati su numeri e dati a suffragio della sua posizione sul dibattito che è stato innescato dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal vicepremier Antonio Tajani in una recentissima intervista rilasciata a Repubblica. Piantedosi, al Meeting di Rimini, ha affermato: “Nella sequenza decennale, siamo il Paese al primo posto per concessioni in termini assoluti di cittadinanze che diventano un numero ancora più importante se lo si rapporta al numero della popolazione residente complessiva e ancora più al numero dei cittadini stranieri residenti – ha detto Piantedosi a proposito di ius scholae e diritti di cittadinanza -. In alcuni casi arriviamo in quest’ultimo calcolo a quasi il doppio rispetto a paesi importanti come Germania o Francia”.
Il Viminale, come riporta Adnkronos, baserebbe il suo scetticismo sui numeri e sulle cifre. In particolare su quelle pubblicate dall’Eurostat. Secondo cui l’Italia, tra il 2013 e il 2022, ha concesso quasi un milione e mezzo di nuove cittadinanze (per la precisione 1,46) rivelandosi così il Paese più “accogliente” d’Europa. L’Italia inoltre vanterebbe anche il record annuale per 2015, 2016, 2017, 2020 e 2022. E sono poi i dati del 2023 a rafforzare i dubbi sullo ius scholae dal momento che gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana hanno sfiorato i 200.000 (199.995). Meglio di noi, l’anno passato, soltanto la Spagna che ha rilasciato 240.208 nuove carte d’identità ad altrettanti immigrati mentre la Germania si sarebbe fermata a 200.100 e, infine, la Francia a soli 97.288.
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