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"Avvertimento della Marina Italiana: Bloccate le Operazioni di Ricerca e Soccorso della Nave Mare Jonio"
Un'organizzazione umanitaria ha annunciato che la Marina Militare italiana ha messo in guardia la propria nave dallo svolgimento di attività di ricerca e salvataggio nel Mar Mediterraneo.
La piattaforma Mediterranea Saving Humans, che comprende diverse organizzazioni non governative di soccorso, ha dichiarato: “Al termine della sua 18a missione, la nostra nave (Mary June) è tornata a Trapani in Sicilia per completare la visita annuale al Dipartimento di registrazione della nave e condurre le previste operazioni di salvataggio. ispezioni della Capitaneria di Porto, e lì ho trovato un elemento... Dall'Autorità Marittima, si mette letteralmente in guardia la società proprietaria della nostra nave dal continuare a svolgere qualsiasi attività volta ad implementare in modo sistematico il servizio di ricerca e salvataggio in mare .”
La Piattaforma delle Organizzazioni Umanitarie precisa: “Le motivazioni addotte si limitano alla mancanza del relativo certificato di idoneità che ci autorizza alle operazioni di soccorso, e il documento si conclude con una minaccia: l'inosservanza sarà punita ai sensi dell'articolo 650 del Codice Penale, ” cioè “la disposizione che prevede la detenzione fino a tre mesi per chi “non si attiene alle disposizioni delle autorità”.
Mediterranea Saving Humans ha confermato che la vicenda è “un provvedimento grave e contraddittorio allo stesso tempo”, precisando che “si tratta senza dubbio di un'iniziativa voluta dall'attuale governo, e come affermato dai ministri dell'Interno e dei Trasporti”, Matteo Piantidozzi e Matteo Salvini.
L'organizzazione parla di “un altro capitolo della guerra cieca e assurda intrapresa da questo funzionario contro le navi della flotta civile e del soccorso marittimo, poiché il documento fa infatti esplicito riferimento alle operazioni di salvataggio condotte dalla nostra nave tra il 24 e il 25 scorsi agosto, in stretta collaborazione con le motovedette della Guardia costiera. assegnato il porto di Pozzallo per attraccare l’ultima delle nostre navi”.
La piattaforma concludeva affermando: “Le forze della Guardia Costiera hanno collaborato con la nostra nave (Mary June) per proteggere la vita di 182 persone, e qui le autorità marittime ci avvertono, su ordine del governo, di non fornire assistenza e minacciare di imporre sanzioni nei nostri confronti”.
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