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Gli italiani amano il cash nonostante la “mostrificazione”
Noi italiani siamo un popolo di santi, di poeti e di amanti del cash: e questo, ai banchieri, non piace granché. Si è aperto a Milano il Salone dei Pagamenti e il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, spiega che l’Italia “continua a presentare degli indicatori più bassi rispetto non solo ai più evoluti Paesi Ue ma anche alla media europea”. In pratica, peggio di noi (già, perché per i banchieri il pagamento in contanti non è evidentemente una pratica virtuosa) solo Bulgaria e Romania. Ma qualcosa (forse) sta cambiando: “In quindici anni – ha spiegato Patuelli – tra il 2008 e il 2023, il numero dei pagamenti effettuati in Italia con una modalità diversa dal contante è cresciuto da 3,8 miliardi di operazioni a 13 miliardi di operazioni e si è moltiplicato di 3,5 in 15 anni”. Eppure i numeri pubblicati da uno studio di Unimpresa riferiscono che gli italiani amano e continuano a preferire il cash: ogni giorno, spiegano gli analisti, viene prelevato l’equivalente di un miliardo di euro dagli sportelli bancari. Ciò si affianca a un altro fatto ossia l’Italia è all’ultimo posto nell’area euro per l’utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante “con appena 200 operazioni medie pro-capite eseguite con carte di credito, bonifici e assegni, contro una media dell’eurozona di 370 operazioni per cittadino”. Tuttavia anche per Unimpresa i numeri dei pagamenti virtuali, con carta, sono in aumento: 426 miliardi di euro di transazioni nel 2023 contro 382 miliardi di euro del 2022, e cioé 44 miliardi di euro in più in un anno (+11,5%). Le tessere in circolazione sarebbero oltre 120 milioni tra carte di credito (21 milioni), carte di debito (67 milioni) e prepagate (33 milioni). Questo testimonia un fatto, innegabile. Agli italiani il contante continua a piacere anche se stanno iniziando a usare le carte. E ciò accade nonostante la mostrificazione dei soldi di carta e la retorica sull’evasione fiscale che agevolerebbe e che, invece, spesso e volentieri corre su altri binari. Ma adesso, è in arrivo l’euro digitale. “Non sarà un meccanismo elusivo delle norme antiriciclaggio, ma uno strumento per combattere “nerolandia”, promette Patuelli.
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