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Rilevato un neutrino ad altissima energia nel Mediterraneo, una prima mondiale
"Si tratta di un risultato straordinario ottenuto dal telescopio KM3NeT, un gigantesco rilevatore attualmente in costruzione sul fondale del Mar Mediterraneo", ha affermato il Centro nazionale per la ricerca scientifica in un comunicato stampa che ha contribuito alla scoperta, pubblicato mercoledì sulla rivista specializzata Nature, nell'ambito della collaborazione internazionale KM3NeT.
Composto da migliaia di sensori di luce, l'osservatorio KM3NeT è stato in grado di rilevare "un neutrino con un'energia senza precedenti di circa 220 petaelettronvolt, trenta volte maggiore di quella di tutti i neutrini precedentemente rilevati su scala globale", si legge nel comunicato stampa.
Ha aggiunto che, attraverso lo studio della sua fonte, questo neutrino ultra-energetico "potrebbe rivelare indizi unici su eventi catastrofici come l'esplosione di stelle o di buchi neri".
"Nonostante la loro abbondanza nell'Universo, i neutrini interagiscono molto poco con la materia, il che rende queste "particelle fantasma" difficili da rilevare. Questi messaggeri cosmici, con una massa un milione di volte inferiore a quella di un elettrone, vengono emessi in linea retta durante gli eventi cosmici", spiega il centro di ricerca francese, che conta sullo studio di queste particelle per fornire "preziose informazioni, altrimenti inaccessibili con metodi più classici, sui fenomeni astrofisici estremi da cui hanno origine".
La costruzione del rivelatore KM3NeT è finanziata principalmente da Francia, Italia e Paesi Bassi.
Questi rivelatori sono installati in due siti strategici nelle profondità del Mar Mediterraneo: ARCA, dedicato all'astronomia delle alte energie al largo delle coste della Sicilia (Italia), e ORCA, specializzato nello studio delle basse energie vicino a Tolone (Francia). La loro installazione nelle profondità oceaniche ha richiesto soluzioni tecnologiche avanzate, paragonabili a quelle utilizzate nello spazio, per operare in un ambiente estremo e di difficile accesso.
Gli scienziati beneficiano quindi di "un ambiente trasparente, dell'assenza di luce parassita e di rumore di fondo atmosferico al di sotto dei 1000 metri, condizioni ideali per osservare la luce di Cherenkov, un fenomeno associato alla rilevazione dei neutrini", secondo il National Center for Scientific Research.