- 14:54L'oro sale bruscamente questa settimana tra le incertezze finanziarie degli Stati Uniti e un dollaro in calo
- 14:26Il Marocco è un pilastro fondamentale della strategia mediterranea della Banca europea per gli investimenti.
- 14:14Il Regno Unito valuta la castrazione chimica obbligatoria per alcuni autori di reati sessuali
- 13:51Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: l'Europa deve trovare la capacità di risolvere i conflitti
- 13:44Il Marocco, sotto la guida di Sua Maestà il Re, sta guidando iniziative per lo sviluppo comune e la sinergia regionale e continentale
- 13:30Le tasse statunitensi preoccupano i club che parteciperanno alla Coppa del Mondo per club del 2025.
- 12:50Italia: sentenza della Corte sulle "lesbiche" nel Paese
- 12:12Marocco, meta preferita dai turisti francesi per l'estate 2025
- 11:30L'Iniziativa Atlantica: una visione strategica per collegare il Sahel all'oceano e rafforzare la cooperazione africana
Seguici su Facebook
Microsoft accusata di censurare termini relativi alla Palestina nelle sue comunicazioni interne
La multinazionale americana Microsoft è sotto accusa dopo essere stata accusata di aver limitato l'uso di alcune parole politicamente cariche nel suo sistema di messaggistica interna. Secondo un rapporto pubblicato da "DropSite News", la società ha implementato un sistema di filtraggio automatico nella sua piattaforma di posta elettronica "Exchange", impedendo l'invio di messaggi contenenti parole come "Palestina", "Gaza" o "genocidio", senza avvisare né il mittente né il destinatario.
Un portavoce di Microsoft ha giustificato la mossa affermando che inviare e-mail di massa a migliaia di dipendenti durante l'orario di lavoro era inappropriato. Ha affermato che l'azienda dispone di uno spazio di discussione riservato ai dipendenti che desiderano discutere di argomenti delicati. La decisione è stata presa dopo che diversi messaggi relativi alla situazione in Medio Oriente hanno avuto ampia diffusione interna.
Tali misure si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni interne. Negli ultimi mesi, diversi dipendenti Microsoft, uniti sotto il collettivo "No Tech for Apartheid", hanno organizzato delle proteste per denunciare la collaborazione dell'azienda con l'esercito e il governo israeliani. Questo gruppo di attivisti chiede la risoluzione completa dei contratti tra Microsoft e Israele, in particolare attraverso la piattaforma di cloud computing "Azure".
Indagini condotte da diversi organi di stampa hanno rivelato che la piattaforma Azure di Microsoft è stata utilizzata da vari reparti dell'esercito israeliano non solo per funzioni amministrative, ma anche per operazioni militari e attività di intelligence. Documenti interni trapelati indicano che Microsoft ha firmato contratti per un valore di quasi 10 milioni di dollari per fornire migliaia di ore di supporto tecnico durante il conflitto di Gaza.
Gli attivisti affermano di aver scoperto il sistema di censura mercoledì, in seguito a un sit-in che ha interrotto la conferenza annuale degli sviluppatori "Build" dell'azienda. Secondo loro, le parole "Israele" o varianti come "P4lestine" non vengono filtrate, il che solleva preoccupazioni circa una possibile parzialità nell'applicazione delle regole di moderazione.
Nonostante le controversie, Microsoft mantiene le sue partnership con lo Stato di Israele. Un alto funzionario dell'azienda ha dichiarato a DropSite News che Microsoft sta collaborando con i governi di tutto il mondo per fornire servizi cloud sicuri, sottolineando che queste collaborazioni sono sottoposte a rigorose valutazioni legali, etiche e di sicurezza.
Poco prima della conferenza Build, Microsoft ha pubblicato un rapporto interno in cui si affermava che non vi erano prove che le sue tecnologie, tra cui Azure e l'intelligenza artificiale, fossero state utilizzate per danneggiare gli individui. Lo scopo del comunicato era quello di allentare le tensioni e rispondere alle crescenti critiche provenienti sia dall'interno che dall'esterno dell'azienda.
Commenti (0)