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La mafia turca e la rete italiana: blitz all’alba, preso il “capo dei capi”
La mafia turca aveva allestito le sue reti in Italia, il capo dei capi era a Viterbo. Stamattina il blitz della Polizia di Stato, insieme all’Interpol e ai colleghi del Kom di Ankara. Centinaia gli agenti che sono ancora in azione tra l’Italia e la Svizzera. Le operazioni coinvolgono la squadra mobile di Como, del Servizio centrale operativo di Roma, della Sezione investigativa Sco di Milano e di Brescia, delle squadre mobili di Catania, Crotone, Verona, Viterbo, delle Unità operative di primo intervento, del Reparto prevenzione crimine Lazio e Lombardia, della guardia di finanza di Milano e Roma, delle unità cinofile di Roma, il I reparto volo di Roma e della polizia scientifica delle città interessate.
I poliziotti stanno notificando un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 19 indagati, tutti di origine turca, residenti tra Italia, Svizzera, Germania e Turchia. Il provvedimento è stato emesso dai magistrati del tribunale di Milano. Gravissime le accuse: si va dalla banda armata con finalità di terrorismo agli attentati e all’omicidio. Tra gli indagati c’è Baris Boyun. Già ristretto al regime degli arresti domiciliari a Bagnaia, una frazione della città di Viterbo, ha 40 anni ed è di origini curde. Su di lui pende l’accusa di essere il capo dei capi della mafia turca. Il presidente Erdogan, nei mesi scorsi, aveva avanzato al governo italiano la richiesta di estradizione a suo carico parlandone direttamente con la premier Giorgia Meloni. A carico di Boyun c’è un mandato d’arresto europeo per le ipotesi di reato di omicidio, lesioni, minacce, associazione a delinquere e traffico d’armi.
Le indagini continuano per fare piena luce attorno alle attività della presunta cosca anatolica in territorio europeo.