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La Cina pronta a vincere la guerra commerciale con gli Stati Uniti
Confermata questa settimana dalla leadership del Partito Comunista Cinese, la strategia del presidente Xi Jinping di trasformare il suo Paese in una superpotenza tecno-industriale sembra dare i suoi frutti, secondo The Economist. Secondo la rivista britannica, ha notevolmente aiutato la Cina nella sua battaglia commerciale con gli Stati Uniti.
Scott Bessent, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, può ripetere che la Cina "è debole", ma è comunque la Cina a "vincere la guerra commerciale", come ha scritto The Economist sulla copertina del numero del 24 ottobre.
Quando Donald Trump tornò alla Casa Bianca nel gennaio 2025, uno degli obiettivi principali della sua amministrazione era "rallentare il rullo compressore industriale della Cina, ottenere concessioni finanziarie e commerciali dalla Cina e rallentarne lo sviluppo tecnologico", ricorda il settimanale britannico. Alcuni all'interno del team di Trump sognavano persino un accordo grandioso e ambizioso in cui la Cina si sarebbe impegnata a riformare il suo capitalismo di Stato in cambio di un allentamento della pressione americana.
Ma le cose non sono andate affatto come previsto a Washington. Oggi, la Cina se la passa decisamente meglio degli Stati Uniti. Ha imparato ad "alzare la voce e a reagire con la stessa efficacia degli Stati Uniti" e sta "sperimentando le proprie regole commerciali extraterritoriali, cambiando così il corso dell'economia globale".
Secondo la rivista liberal, il Paese sta sfruttando in modo eccellente la sua posizione dominante nel mercato delle terre rare, che gli permetterebbe, se necessario, di "paralizzare le catene di approvvigionamento industriali occidentali" e il suo status di "principale partner commerciale di circa 70 Paesi".
Ma se Pechino sta vincendo, è anche perché la guerra commerciale dichiarata da Washington ha "rafforzato il Presidente Xi Jinping e il Partito Comunista" cinese, di cui è segretario generale, anziché indebolirli.
Agli occhi di molti cinesi, i tentativi di intimidazione di Donald Trump convalidano "il progetto dodecennale di Xi Jinping di preparare il suo Paese a un mondo ostile, trasformandolo in una superpotenza tecno-industriale", secondo The Economist. Questa strategia è stata nuovamente convalidata dal plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, responsabile delle decisioni politiche per i prossimi cinque anni, conclusosi il 23 ottobre.
Tuttavia, il settimanale precisa con cautela che il successo a medio-lungo termine non è garantito. "Come stanno imparando gli Stati Uniti, usare il loro potere economico come arma comporta dei rischi. Questo spinge gli altri Paesi a diversificare e innovare per ridurre la loro dipendenza da voi".