X

Illegalità: il commercio la paga con un costo di 38,6 miliardi

Illegalità: il commercio la paga con un costo di 38,6 miliardi
Thursday 30 May 2024 - 20:10
Zoom

In occasione di una Giornata che da anni Confcommercio dedica alla legalità, sono stati diffusi i risultati di un’indagine che fotografa il costo che l’illegalità in tutte le sue forme rappresenta per la categoria del commercio. Durante l’anno scorso, un peso a carico di imprese del commercio e dei pubblici esercizi per 38,6 miliardi di euro, mettendo a rischio 268mila posti di lavoro regolari.

Numeri elevati: l’abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, la contraffazione per 4,8 miliardi, il taccheggio per 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,9 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,8 miliardi, secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, in questo report sull’illegalità.

Usura e furti, il fenomeno in aumento. Secondo l’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Format Research, l’usura è considerato in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 24,4%), seguito da furti (23,5%), aggressioni e violenze (21,3%), atti di vandalismo (21,1%). Più di un imprenditore su tre teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali. In particolare, i furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (per il 30,4%). Il 22,2% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato al Sud (25,6%). Di fronte all’usura e al racket il 62,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, mentre il 27,1% dichiara che non saprebbe cosa fare.

Abusivismo e contraffazione, una piaga che colpisce sei imprese su dieci. Il 62,8% delle aziende si ritengono penalizzate da questi due fenomeni assai significativi nel campo dell’illegalità. Concorrenza sleale (per il 59,9%) e riduzione dei ricavi (per il 29,1%) sono gli effetti più pesanti. Un consumatore su quattro (il 24,2%) ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023. Di questi, la maggior parte (il 70,6%) ha utilizzato il canale online e circa la metà (il 45,6%) ha effettuato acquisti esclusivamente online. Capi di abbigliamento (64,1%), pelletteria (32,4%) e calzature (31%) restano i prodotti contraffatti più acquistati. La maggior parte dell’intrattenimento (86,4% della musica, film, abbonamenti tv, etc.), dei prodotti di elettronica (65,9%), dei profumi e cosmetici (59,5%) e dei parafarmaci (58,6%) passa dagli acquisti online.

La trappola del minore costo. L’acquisto di prodotti o servizi illegali è soprattutto collegato a ragioni economiche. Si pensa di fare un buon affare, risparmiando (per il 71,3%), è ritenuto normale ed è utile per chi è in difficoltà economiche (per il 74,4%), si è informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative (per il 65,5%). Il 66,4% dei consumatori ritiene che sui canali di vendita online sia più facile cadere nella trappola dell’acquisto inconsapevole di articoli contraffatti e al 21,5% degli intervistati è capitato di acquistare online prodotti contraffatti credendo che fossero originali.

Aggiungi il tuo commento

300 / Caratteri rimanenti 300
Condizioni di pubblicazione : Non insultare l’autore, le persone, i luoghi sacri, né attaccare religioni o la divinità, evitare incitazioni razziste e insulti

Commenti (0)

Le opinioni espresse nei commenti riflettono solo quelle dei loro autori e non quelle di Lou.Press

Leggi di più