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Il Marocco lancia due satelliti universitari nanometrici
I primi due nanosatelliti universitari marocchini (“UM5-EOSat” e “UM5-Ribat”) sono stati recentemente lanciati dalla base di Vanderburgh in California, USA, dal razzo “Falcon 9” di SpaceX.
Una dichiarazione dell'Università Mohammed V di Rabat afferma che questo progetto, completato il 16 agosto alle 19:56, è il risultato della cooperazione tra l'università, il Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica e il Centro reale per gli studi e le ricerche spaziali. Sottolineando che questo incontro mira a formare una nuova generazione di ricercatori e ingegneri universitari marocchini nel campo delle tecnologie spaziali.
La comunicazione conferma che ciascuno dei due satelliti ha una massa inferiore a 4 chilogrammi e una dimensione di circa 300 x 100 x 100 mm, sottolineando che “UM5-EOSat” è dotato di una telecamera che assume il compito di monitorare il pianeta Terra , mentre “UM5-Ribat” è dotato di una radio definita dal software. Ha aggiunto che questo satellite artificiale svolgerà compiti di comunicazione, in particolare determinando la posizione degli aerei (ADS-B) e delle navi (AIS), nonché raccogliendo dati dalle stazioni di terra (IoT).
Ha spiegato che il design dei due satelliti, che sono riprogrammabili in orbita, incarna l'esperienza sviluppata presso l'Università Mohammed V, consentendo di modificare o modificare le funzioni dei satelliti durante il volo secondo necessità. Ha sottolineato che "i ricercatori del Centro universitario per la ricerca sulle tecnologie spaziali dell'Università Mohammed V, che ha sede presso la Mohammedia School of Engineers, hanno implementato questo progetto con passione e disciplina per più di tre anni", aggiungendo che il centro è ora responsabile per il funzionamento dei due nano-satelliti, con stazioni terrestri dedicate per tracciarli e monitorarli.
La stessa fonte ha rivelato che, nei prossimi due mesi, questi ricercatori effettueranno dei test di buona prestazione (LEOP) e indicheranno il buon rendimento dei due satelliti, valorizzando così l'esperienza universitaria nel campo dell'ingegneria spaziale. Confermando che i dati ottenuti dai due nanosatelliti verranno messi a disposizione delle università nazionali. Ha sottolineato che questo risultato conferma “l’impegno dell’università marocchina per l’eccellenza accademica e scientifica e incarna lo splendore del Regno, sotto la guida visionaria di Sua Maestà il Re Mohammed VI, nel campo della ricerca di base e applicata nelle tecnologie spaziali”.
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