Advertising
Advertising
  • Fajr
  • Alba
  • Dhuhr
  • Asr
  • Maghrib
  • Isha

Seguici su Facebook

Gaza rischia la spartizione di fatto mentre il piano Trump si arena

07:45
Gaza rischia la spartizione di fatto mentre il piano Trump si arena

Il rischio di una spartizione di fatto del territorio palestinese di Gaza sta crescendo, mentre gli sforzi diplomatici vacillano e l'attuazione della fase successiva del piano americano si arena. Secondo diversi funzionari europei citati da Reuters, la seconda fase del "piano Trump" è ora praticamente paralizzata, il che suggerisce un futuro in cui il nord e il sud di Gaza funzioneranno come due entità separate: una sotto il controllo israeliano, l'altra amministrata da Hamas.

Secondo queste fonti, la ricostruzione – intesa come pilastro fondamentale della strategia internazionale – rischia di includere in ultima analisi solo le aree controllate da Israele. Questo scenario consoliderebbe permanentemente una divisione territoriale, sociale e istituzionale del territorio. Dall'avvio della prima fase del piano, il 10 ottobre, l'esercito israeliano ha controllato circa il 53% della Striscia di Gaza, compresi terreni agricoli essenziali, la città meridionale di Rafah e diverse aree urbane strategiche.

La seconda fase, tuttavia, prevede un graduale ritiro israeliano lungo la cosiddetta "linea gialla", l'istituzione di un'autorità di transizione per la gestione degli affari civili del territorio, la creazione di una forza di sicurezza multinazionale, il disarmo di Hamas e l'avvio di un progetto di ricostruzione su larga scala. Il piano, tuttavia, presenta due principali debolezze: l'assenza di un calendario vincolante e la mancanza di un meccanismo chiaro per garantirne l'attuazione.

A questi ostacoli si aggiunge il categorico rifiuto di Hamas di rinunciare alle proprie armi, mentre Israele respinge qualsiasi coinvolgimento dell'Autorità Nazionale Palestinese nella futura governance del territorio. La composizione e il ruolo esatto della forza multinazionale rimangono poco chiari e Washington sta lottando per stabilire un nuovo slancio diplomatico in grado di superare queste divergenze.

Secondo 18 fonti, tra cui funzionari europei e un ex alto funzionario statunitense, la "linea gialla" potrebbe, in assenza di un accordo globale, diventare di fatto un confine che separa due Gaza rivali. Solo una solida iniziativa internazionale potrebbe impedirlo.

In questo contesto, gli Stati Uniti hanno preparato una bozza di risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza, proponendo un mandato biennale per la forza multinazionale e l'autorità di transizione. Tuttavia, l'accettazione di questa proposta rimane incerta.

Da parte sua, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sostiene di non voler riprendere il pieno controllo amministrativo di Gaza, né di ripristinare gli insediamenti smantellati nel 2005 – una richiesta tuttavia ripresa da diversi ministri del suo governo. Lo stesso esercito israeliano si oppone a questa idea, affermando di non essere disposto a gestire direttamente gli affari civili del territorio.

Il futuro di Gaza rimane quindi sospeso, appeso a un fragile equilibrio tra pressioni internazionali, rivalità regionali e decisioni politiche in sospeso. In assenza di una visione concertata ed efficace, il rischio che la Striscia di Gaza si trincerasse permanentemente in una divisione di fatto non è mai sembrato così reale.



Leggi di più

Questo sito web, walaw.press, utilizza i cookie per offrirti una buona esperienza di navigazione e migliorare continuamente i nostri servizi. Continuando a navigare su questo sito, accetti l’uso di questi cookie.