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Francia: Emmanuel Macron estende le consultazioni per formare un governo
Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che proseguirà le consultazioni per nominare un governo, rifiutandosi di insediare l’alleanza di sinistra a Matignon. Questa decisione prosegue una situazione politica complessa che attira l'attenzione della stampa internazionale. Dopo la pausa per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 , in Francia le notizie politiche tornano ad essere al centro dell'attenzione. Dopo le elezioni legislative anticipate, innescate dallo scioglimento dell’Assemblea nazionale voluto da Emmanuel Macron a fine giugno, non è stato designato alcun governo. “Elezioni anticipate che hanno lasciato più domande che risposte”, commenta Deutsche Welle. “Il blocco politico non è ancora finito”, osserva il quotidiano spagnolo El Pais (centrosinistra).
Lunedì 26 agosto Emmanuel Macron ha rifiutato di nominare primo ministro un candidato dell’alleanza di sinistra e ha chiesto una nuova serie di consultazioni prima di nominare un governo. Questa decisione arriva in un contesto di persistente stallo politico, dove dalle urne non è emersa una maggioranza chiara.
L'Eliseo ha giustificato questa decisione spiegando che un governo basato esclusivamente sul programma e sui partiti proposti dall'alleanza che riunisce il maggior numero di deputati, il Nuovo Fronte Popolare (NFP), sarebbe immediatamente censurato da tutti gli altri gruppi rappresentati nella Nazionale Assemblea. I rappresentanti della sinistra hanno immediatamente denunciato un colpo di stato antidemocratico “inaccettabile” e “angosciante”. "La Francia è precipitata in un nuovo caos politico", titola il quotidiano britannico The Guardian (di centrosinistra).
Il presidente ha inoltre invitato il Partito socialista (PS), gli ambientalisti e il Partito comunista (PC) a proporre “percorsi di cooperazione con altre forze politiche”, escludendo di fatto La France insoumise (LFI). Questo invito venne respinto in blocco dai vari partiti di sinistra. "No. Non ci sarà nessun governo guidato da Lucie Castets", osserva il quotidiano belga Le Soir (al centro). C'erano però molte speranze da parte della sinistra che “si era preparata per questo colloquio con il capo dello Stato”, ricorda il quotidiano.
Poco prima del comunicato stampa dell'Eliseo, Gabriel Attal, primo ministro dimissionario e capo dei deputati del partito presidenziale, aveva confermato lo scenario di "censura inevitabile" per qualsiasi governo soltanto attorno al programma PFN. Gli altri movimenti alleati di Emmanuel Macron, così come la destra e l’estrema destra, avevano detto la stessa cosa.
"La migliore speranza di Emmanuel Macron sarebbe un patto tra i centristi e i conservatori moderati dei repubblicani e dei piccoli partiti di centrodestra, anche se rappresentano solo circa 65 seggi", osserva il Times. “Saranno necessari dei compromessi, dato che non si potranno indire nuove elezioni legislative prima di un anno”, sottolinea da parte sua, e giustamente, il quotidiano spagnolo El Pais.
La scelta di Emmanuel Macron diventa urgente mentre Gabriel Attal dirige già da 41 giorni gli affari quotidiani di Matignon, cosa senza precedenti dal dopoguerra. E che il bilancio teoricamente dovrebbe essere presentato prima del primo ottobre. Un voto importante poiché la Francia è oggetto di una procedura dell’Unione europea per deficit eccessivo”, conclude Le Soir.