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Forti reazioni arabe alle dichiarazioni di Netanyahu sullo sfollamento palestinese

10:00
Forti reazioni arabe alle dichiarazioni di Netanyahu sullo sfollamento palestinese

Le dichiarazioni del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che sollevavano la possibilità di consentire ai palestinesi di Gaza di attraversare il confine con l'Egitto attraverso il valico di Rafah, hanno scatenato un'ondata di condanne in diversi paesi arabi, che hanno denunciato questo come un tentativo di legittimare il caos e violare il diritto internazionale.

L'Egitto ha espresso il suo "profondo rifiuto" di queste dichiarazioni, affermando che non sarà mai complice di alcun piano volto a liquidare la causa palestinese o a diventare una porta d'accesso per un esodo forzato. Il Cairo ha ribadito che lo sfollamento dei palestinesi costituisce una linea rossa e ha ribadito la sua richiesta di un cessate il fuoco immediato, del ritiro israeliano da Gaza e del ritorno dell'Autorità Nazionale Palestinese alla gestione del territorio e dei suoi valichi.

Da parte sua, Netanyahu ha risposto accusando l'Egitto di preferire "imprigionare gli abitanti di Gaza contro la loro volontà", esacerbando le tensioni diplomatiche tra i due paesi.

Anche i paesi del Golfo hanno alzato la voce. Il Segretario Generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo ha descritto le dichiarazioni del Primo Ministro israeliano come un "appello pubblico alla pulizia etnica" e una chiara violazione delle convenzioni internazionali.

L'Arabia Saudita, da parte sua, ha denunciato "nei termini più fermi" le dichiarazioni che riteneva contrarie ai più elementari principi umanitari, riaffermando il suo sostegno all'Egitto in questa vicenda.

La reazione del Kuwait è stata altrettanto ferma, descrivendole come una "flagrante violazione dei diritti inalienabili del popolo palestinese" e sollecitando la comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad agire contro "il genocidio, la carestia imposta e la colonizzazione continua".

Queste reazioni unanimi riflettono la crescente preoccupazione per i tentativi israeliani di modificare la demografia di Gaza con la forza o con il pretesto di una scelta volontaria, in violazione del diritto internazionale.



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