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Diplomazia parlamentare e parallela: scegliere i giusti portavoce per difendere la causa nazionale del Sahara

Diplomazia parlamentare e parallela: scegliere i giusti portavoce per difendere la causa nazionale del Sahara
Friday 11 - 22:38 Giornalisti: Sabri Anouar
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Il marchio nazionale del Marocco è una questione sovrana, una questione nazionale che deve essere portata in parlamento con incrollabile determinazione. L'immagine del Marocco non si costruisce soltanto sui suoi successi economici o sui suoi progetti strutturanti, ma sul modo in cui difende e promuove la sua legittimità territoriale nel mondo.

Il discorso di Sua Maestà il Re Mohammed VI, in apertura dell’anno legislativo, è stato così diretto e chiaro su un argomento strategico come la questione del Sahara, che mi ha portato a riflettere sulla realtà dei nostri discorsi come parte del nation branding.
La sfida per il Marocco non è solo difendere la propria legittimità territoriale. Ciò implica lo sviluppo di una strategia basata su un branding nazionale coerente, che mobiliti talenti diversi, in linea con le questioni internazionali.
Nella diplomazia parlamentare e parallela, la promozione della nostra causa nazionale richiede portavoce scelti con cura, capaci di rappresentare il Marocco con competenza, eloquenza e credibilità. Ogni attore della diplomazia parlamentare e parallela deve distinguersi sulla base di criteri rigorosi. Competenze e profili dovranno essere adeguati non solo all'obiettivo ma anche al contesto internazionale in cui si evolvono le relazioni diplomatiche del Regno.
Ciò comporta la determinazione degli interlocutori e dei destinatari in base alla natura e alla posizione dei paesi coinvolti. Occorre tracciare una mappa dettagliata: da una parte i paesi che difendono fermamente la nostra causa, dall'altra quelli che esitano e, infine, quelli che non sono ancora convinti. Ciascuna categoria richiede un approccio diverso ed è fondamentale che i nostri portavoce siano preparati di conseguenza.

Ma i paesi non sono gli unici attori. Esistono numerose organizzazioni, think tank e gruppi di influenza che svolgono un ruolo determinante nello sviluppo di opinioni e politiche internazionali. È imperativo che anche la diplomazia parlamentare stabilisca una mappa precisa di questi attori per meglio indirizzare le proprie azioni e i propri messaggi in una logica di nation branding.

Il branding nazionale non può più essere una semplice iniziativa una tantum. Deve diventare una vera e propria politica parlamentare, un quadro ben definito che mobiliti tutte le leve disponibili. Questa politica di branding nazionale deve essere inclusiva, definendo portavoce di tutte le categorie all’interno del nostro parlamento, giovani e anziani, uomini e donne, padroneggiando varie lingue oltre all’arabo come l’inglese, lo spagnolo e il francese.

Ogni lingua è una porta d'accesso a una civiltà. E come possiamo sperare di influenzare se non parliamo la lingua dell’altro? Come puoi affermare di comprendere un Paese senza conoscerne la cultura? È qui che la diversità delle competenze linguistiche e culturali dei nostri portavoce diventa un’importante arma diplomatica.

Nel contesto della diplomazia parlamentare, come in quello parlamentare in generale, il verbo ha un potere innegabile. Il modo in cui un portavoce si esprime, la facilità con cui argomenta, il modo in cui incarna il suo discorso: tutto questo è fondamentale. Non basta avere argomenti solidi, bisogna anche saperli esprimere con forza e persuasione. Un portavoce che padroneggia le sottigliezze della parola può cambiare opinioni.