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Lagarde disco rotto: “Tassi alti finché servirà”
La strada è ancora lunga: il mantra di Christine Lagarde, sempre il solito, esorcizza le speranze degli ultimi giapponesi che ancora speravano nella possibilità di un nuovo taglio dei tassi dopo quello di giugno. La Bce non ha la minima intenzione di allentare la morsa o, utilizzando la metafora brandita proprio da Lagarde, di mollare il piede dal freno. L’economia europea deve restare lenta, non sia mai che l’inflazione possa allontanarsi dall’obiettivo fissato nel 2% (a tavolino) dagli eurobanchieri di Francoforte. La governatrice della Bce lo ha messo nero su bianco in un articolo apparso sul blog riferibile proprio alla banca centrale in cui, dopo aver spiegato che il costo della vita e il livello dei prezzi è dimezzato da settembre 2023 fino a maggio scorso, ha snocciolato le ragioni che hanno portato il board a osare l’inosabile taglio (fantasma) di 0,25 sui tassi di interesse: “Per i cittadini diminuirà il costo del denaro e per le imprese sarà più conveniente indebitarsi a fini di investimento. La nostra decisione segna anche un momento importante nella lotta all’inflazione. Riducendo i tassi abbiamo quindi deciso di moderare il grado di restrizione della politica monetaria”. Bontà sua. Ma, Lagarde, con una mano dà e con l’altra toglie. Molto più di quanto abbia offerto: “La strada è ancora lunga per eliminare l’inflazione dall’economia. E non sarà una strada del tutto facile da percorrere. Occorrono un atteggiamento vigile, impegno e perseveranza. I tassi di interesse dovranno quindi restare restrittivi finché sarà necessario per assicurare la stabilità dei prezzi su base duratura”. Finché sarà necessario, per gli osservatori e alcune agenzie di rating, tra cui Standard & Poor’s è espressione che nasconde un termine lungo almeno fino al 2026. La notizia, nell’articolo di Lagarde, è che non si sono notizie. La governatrice è un disco rotto: “Le nostre future decisioni di politica monetaria dipenderanno da tre cose: se continueremo a riscontrare un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo, se assisteremo a un allentamento delle pressioni complessive sui prezzi nell’economia e se riterremo ancora altrettanto efficace la nostra politica monetaria nel contenere l`inflazione. Tali fattori determineranno quando potremo sollevare ulteriormente il piede dal freno”. Come se fosse una crociata, o se preferite, un’eurojihad, Lagarde dà alla sua missione toni aulici: “Abbiamo compiuto progressi importanti, ma la lotta all`inflazione non si è ancora conclusa. In quanto custodi dell’euro ci impegniamo ad assicurare un`inflazione bassa e stabile a beneficio di tutti i cittadini europei”. A che prezzo?