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Campi Flegrei, la normalità perduta dopo lo sciame e la scossa più forte
Dopo lo sciame sismico di lunedì notte ai Campi Flegrei – uno dei tanti ripetuti da tempo – “ma stavolta è stato diverso”, dicono i cittadini – oggi a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni presiederà un vertice interministeriale per valutare “eventuali ulteriori interventi da parte del governo”. Il ministro della Protezione civile Nello Musimeci rammenta il decreto dell’ottobre scorso, che già prevedeva “misure urgenti per fronteggiare il bradisismo, pure con procedure semplificate e altre disposizioni di accelerazione”. E anche il Piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate del dicembre successivo.
Da ieri, a Pozzuoli e dintorni, si insegue con tanti piccoli grandi gesti (ieri la riapertura dei negozi, per esempio) una affermazione di normalità, sapendo bene però che negli ultimi 40 anni quella attuale è una nuova stagione del bradisismo. Oltre 160 scosse – 150 dalle 19.51 alle 0,31 e altre 15 dopo lo sciame – durante una notte lunghissima per i residenti della zona, fino a quella da 4.4 di magnitudo, la più forte.
La gente è tornata a dormire nelle auto. Aree di attesa e di accoglienza nei Comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli, al via le verifiche sulla stabilità degli edifici, resteranno chiuse le scuole, quelle che regolano i ritmi di vita delle famiglie. Sgomberate quasi 40 famiglie, molte di più le abitazioni in cui non si torna, anche se agibili. Già 400 le brandine della Protezione civile pronte ad accogliere la veglia durante l’allerta delle prossime ore. Sgomberata un’ala del carcere femminile di Pozzuoli con 140 detenute. I bus che le trasportano in altre strutture carcerarie diventano il fermo immagine di un futuro che tutti i residenti dell’area dei Campi Flegrei hanno sempre visto come un possibile punto di non ritorno, il trasferimento in altre regioni ipotizzato come un infausto presagio.
C’è chi, non sopportando più questa terra ballerina, ha già deciso ieri di raggiungere altre regioni. C’è chi, ricordando il trambusto e il caos delle ultime notti, non nutre più fiducia che possa davvero esistere un piano di intervento che affronti ogni ulteriore possibile emergenza.
Persone a cui interessa fino a un certo punto il monitoraggio continuo dell’area: l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è operativo h24 e ha svolto misure e campionamenti in alcuni siti della caldera. Dice che non si registrano aumenti della velocità di sollevamento del terreno, oggi di 2 cm al mese, né altre apprezzabili deformazioni. Ogni volta chiarendo che “la sismicità non è un fenomeno prevedibile, pertanto non può essere escluso che si possano verificare altri eventi sismici, anche di energia analoga a quella dell’ultimo sciame”.