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Centri di frontiera e Stati “sicuri”: l’UE dà il via a importanti cambiamenti in materia di asilo
Martedì l’UE ha dato il via libera finale a una revisione fondamentale delle sue politiche in materia di migrazione e asilo che vedrà confini più irrigiditi e responsabilità condivise tra gli Stati membri.
La maggioranza dei paesi dell’Unione Europea ha sostenuto i 10 atti legislativi della riforma, garantendone l’approvazione nonostante l’opposizione di Ungheria e Polonia.
La revisione entrerà in vigore dal 2026.
"Queste nuove regole renderanno il sistema europeo di asilo più efficace e aumenteranno la solidarietà tra gli Stati membri", ha affermato il ministro belga per l'asilo e l'immigrazione Nicole de Moor, il cui paese detiene attualmente la presidenza dell'UE.
Il ministro dell'Interno tedesco Nancy Faeser ha affermato che la riforma aiuta ancora le persone in fuga dalle persecuzioni, chiarendo allo stesso tempo "che coloro che non hanno bisogno di questa protezione non possono venire in Germania o devono lasciare la Germania molto più rapidamente".
Ad aprile gli eurodeputati dei principali gruppi politici del Parlamento europeo hanno superato l’opposizione dei partiti di estrema destra e di estrema sinistra per approvare il patto su migrazione e asilo, sancindo una difficile revisione in corso da quasi un decennio.
All’epoca la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva salutato il voto, affermando che “sicurerà i confini europei… garantendo al tempo stesso la protezione dei diritti fondamentali” dei migranti.
"Dobbiamo essere noi a decidere chi arriva nell'Unione europea e in quali circostanze, e non i contrabbandieri e i trafficanti", ha affermato.
"Meccanismo di solidarietà"
L’adozione arriva un mese prima delle elezioni europee che dovrebbero vedere un’impennata dei partiti di estrema destra che fanno campagna sulla necessità di reprimere l’immigrazione irregolare.
Polonia e Ungheria restano fermamente contrarie ai cambiamenti, soprattutto a causa di un nuovo “meccanismo di solidarietà” a livello di blocco in base al quale devono accogliere migliaia di richiedenti asilo o pagare le nazioni che lo fanno.
Dopo il voto dell'eurodeputato in aprile, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha deriso la riforma definendola "un altro chiodo sulla bara dell'Unione europea".
Il suo governo anti-immigrazione ha ribadito che l’Ungheria non accoglierà nessun richiedente asilo.