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Superbonus, c’è l’emendamento del gov
L’emendamento di notte che unisce, alla Sugar Tax, anche il destino del Superbonus. La questione è sempre la stessa: far quadrare i conti. Così tutto può cambiare tranne l’idea di spalmare, in dieci anni, i crediti. Innescando il problema della retroattività. I costruttori di Ance, che incassano il recepimento da parte dell’esecutivo delle “perplessità sollevate nelle scorse ore” tra cui “l’impatto che sulla base delle prime dichiarazioni risultava devastante per imprese, cittadini e banche”, è tornata a battere sul tema dei temi: “Resta comunque il nodo della retroattività e di eventuali conseguenze indirette che ci troveremo ad affrontare per l’ennesimo cambio di regole (32 modifiche finora) in corsa: ci auguriamo, visto il quadro ormai chiaro, che questa ulteriore correzione sia almeno l’ultima e definitiva”. Confedercontribuenti, intanto, si dichiarata pronta alla guerra in tribunale se il governo non farà un passo indietro sulla diluizione in dieci anni del crediti da Superbonus: “Palese violazione della Costituzione – ha tuonato il presidente Carmelo Finocchiaro – secondo le stime di Confedercontribuenti, condannerà al fallimento dalle 8mila alle 10mila aziende”.
Sul Superbonus, oltre all’emendamento del governo e alla bagarre che ne consegue, c’è in atto un braccio di ferro tra Lega e Forza Italia. Una normale dialettica di governo che, lo stesso Tajani, ha sottolineato con una battuta: “Non è certo per un emendamento che si mandano all’aria gli esecutivi”. Ma in ballo c’è tantissimo.
Ci sono i crediti incagliati, i cantieri ancora aperti, e gli equilibri di bilancio già da tempo sotto la spada di Damocle dell’Europa e del nuovo Patto di stabilità.