- 14:00WhatsApp lancia la funzione di trascrizione del testo per i messaggi vocali
- 12:35L'industria dei videogiochi: crescita esplosiva prevista entro il 2027
- 12:10Microsoft annuncia una nuova app di traduzione per le aziende
- 11:32Alphabet si trova ad affrontare pressioni normative che le fanno perdere 100 miliardi di dollari in valore di mercato
- 11:00Il rischio di “divisioni sociali incessanti”: il dibattito sull’evoluzione della coscienza artificiale
- 10:30L’OMS mantiene la massima allerta sull’epidemia di Mpox a fronte di una diffusione preoccupante
- 10:00L'Ecuador espelle definitivamente il rappresentante del Polisario
- 09:30La Lettonia attende con impazienza la cooperazione con il Marocco
- 09:00Namex annuncia la sua espansione negli Stati Uniti dopo i successi ottenuti in Marocco e in Europa
Seguici su Facebook
Pozzolo e la notte di Capodanno: “A sparare fu Morello”
Spari a Capodanno, il deputato Fdi Emanuele Pozzolo avrebbe indicato nel caposcorta del sottosegretario Andrea Del Mastro, Pablo Morello, l’uomo che avrebbe sparato il colpo che, accidentalmente partito dall’arma, avrebbe ferito il suo stesso genero, Luca Campana, alla festa di Rosazza. Lo riporta Repubblica secondo cui, ieri, il parlamentare di Fratelli d’Italia sarebbe stato ascoltato dai magistrati della Procura di Biella in ordine ai fatti accaduti nella notte di Capodanno.
Il colpo sarebbe partito per sbaglio dal revolver regolarmente detenuto dallo stesso Pozzolo che, in un interrogatorio durato quasi quattro ore, avrebbe raccontato la sua verità in merito all’accaduto tirando in ballo proprio Morello. La cui versione, insieme a quella del genero, fin dall’inizio è stata diversa. L’agente penitenziario, da subito, avrebbe riferito la responsabilità dello sparo, e quindi del ferimento di Luca Campana, allo stesso Pozzolo. Lo stesso Campana avrebbe puntato il dito contro il deputato. Gli esami compiuti sull’arma, finora, non sembrano dare la prova definitiva. Se l’esame dello Stub sarebbe risultato poco probante poiché lo sparo è avvenuto al chiuso, in un ambiente tutto sommato ristretto, non sono arrivate indicazioni decisive nemmeno dall’esame del Dna dal momento che sono stati trovati ben tre profili diversi sul revolver. Insomma, il caso è ancora aperto.