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Meloni a Netanyahu: Il bombardamento delle forze UNIFIL in Libano è inaccettabile
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha confermato al suo omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, che il bombardamento del Libano da parte dell'UNIFIL è inaccettabile, sottolineando che l'attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza garantirà la stabilità delle frontiere.
Il servizio stampa di Palazzo Chigi (sede del governo italiano) ha precisato che la Meloni ha ribadito, in un colloquio telefonico con Netanyahu, l'inaccettabilità degli attacchi sferrati dall'esercito israeliano contro le forze dell'UNIFIL , sottolineando che la missione opera su mandato dal Consiglio di Sicurezza per promuovere la stabilità nella regione.
Meloni ha sottolineato l'assoluta necessità di garantire in ogni momento la sicurezza del personale UNIFIL.
La Meloni ha espresso la propria fiducia che “l'attuazione della Risoluzione n. 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che prevede il sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità del Libano e il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale con lo spiegamento di forze delle Nazioni Unite lì, possa contribuire alla stabilità del paese”. il confine israelo-libanese e garantire il ritorno di tutti gli sfollati alle loro case”.
Ha affermato "la piena disponibilità dell'Italia, in quanto Paese che attualmente presiede il G7, a lavorare per ridurre l'escalation nella regione".
Stamattina, domenica, Netanyahu ha invitato le Nazioni Unite a evacuare immediatamente le forze dell'UNIFIL dalle loro posizioni nel sud del Libano, sostenendo che la mancata evacuazione le renderebbe "ostaggio di Hezbollah ".
Nel frattempo, il portavoce dell'UNIFIL nel sud del Libano, Andrea Tenenti, ha confermato che le sue forze si sono rifiutate di lasciare le loro posizioni al confine con il Libano dopo che l'esercito israeliano aveva chiesto loro di farlo.
Ha aggiunto: "È stato deciso all'unanimità che rimarremo nei siti perché la bandiera delle Nazioni Unite deve sventolare in questa regione. Rimarremo e non evacueremo nessuno dei siti in conformità con l'attuazione delle risoluzioni internazionali e delle Nazioni Unite".