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Il Marocco sale al 73° posto nella classifica mondiale sulla disuguaglianza 2024
Secondo un rapporto di Oxfam e della Fondazione Internazionale per il Finanziamento dello Sviluppo, il Marocco si colloca al 73° posto nel mondo su 164 paesi nell’ambito dell’Indice di impegno per la riduzione della disuguaglianza per l’anno 2024.
Secondo lo stesso rapporto, il Marocco ha compiuto notevoli progressi, poiché la sua classifica è aumentata di 30 posizioni rispetto alla classifica del 2022, che lo colloca tra i paesi che hanno compiuto i maggiori progressi in questo settore, accanto alla Malesia e al Paraguay, che sono aumentati del 2022. 26 posti nell'indice.
In questo contesto, il Marocco si colloca al 90° posto su 164 paesi nell’indice della spesa pubblica per i servizi pubblici. Si colloca inoltre al 21° posto nell'indice fiscale e al 97° nell'indice dei diritti dei lavoratori.
La Norvegia è in testa alla classifica mondiale, seguita dal Canada al secondo posto e dall'Australia al terzo. D’altro canto, Sud Sudan, Nigeria e Zimbabwe si collocano tra gli ultimi tre posti.
Nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa, Israele è al 13° posto nel mondo, mentre la Giordania è al 43°, in fondo alla lista dei paesi della regione al 147°.
Il rapporto 2024 Commitment to Reduce Inequality Index invita i paesi a dare priorità alla spesa per i servizi pubblici di base. Sottolineando l’importanza di destinare il 15% della spesa pubblica alla sanità e il 20% all’istruzione, in particolare nei paesi a medio e basso reddito.
Ha inoltre sottolineato la necessità di migliorare l'accesso dei gruppi più poveri a questi servizi e di migliorarli per garantirne il reale beneficio. Ha invitato i paesi a ridurre le disparità nel mercato del lavoro ratificando gli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro, promulgando leggi per combattere la discriminazione e le molestie e garantendo la parità di retribuzione.
Il rapporto indica che il 94% dei paesi che ricevono prestiti dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale hanno ridotto i propri investimenti nell’istruzione, nella sanità e nella protezione sociale. Ha raccomandato di sviluppare piani nazionali per ridurre le disuguaglianze e di concentrare gli sforzi della Banca e del Fondo monetario internazionale sul sostegno alle riforme economiche e sulla fornitura di finanziamenti agevolati.