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Monti: La necessità di un’ampia coalizione costringe l’Italia a votare per von der Leyen
L'ex primo ministro italiano Mario Monti ha affermato che se il primo ministro Giorgia Meloni votasse a favore della squadra von der Leyen, il ruolo dell'Italia potrebbe essere più chiaro e l'alternativa a ciò non è auspicabile.
Martedì, in un’intervista al quotidiano italiano La Stampa, il senatore Mario Monti ha affermato che “i leader dei maggiori partiti europei e Ursula von der Leyen non hanno affrontato la questione delle nomine europee nel migliore dei modi”, ma “la Meloni, in secondo me, avrebbe dovuto accettare il posto al tavolo da Primo Ministro italiano, in risposta a ciò che era stata chiamata a fare”.
Riguardo alla mancanza di chiarezza sul fatto se l’Italia voterà finora a favore della nuova squadra di von der Leyen e se crede che ci sarà una maggioranza a suo favore, Monti ha risposto: “Credo che supererà la prova , e che è nell'interesse dell'Europa che ciò avvenga”, quindi “tra il 9 giugno e l'ultima riunione del Consiglio europeo ci sono stati errori da parte di tutti, ma se guardiamo alla sostanza di questi cinque anni, von der Leyen ha fatto bene, e spero che ottenga anche i voti dei Verdi e di parte del Parlamento europeo, per le ragioni che ho già citato: “Per gestire l’Europa e i suoi problemi, c’è bisogno di un’ampia coalizione”.
Monti ha spiegato che tra le priorità della nuova Commissione dell'Unione europea “non svilupperò un nuovo piano di ripresa, per quanto utile sia stato, ed eviterò di passare da un piano all'altro e, se c'è qualcosa, facciamo tutto il possibile”. sforzo per aumentare significativamente le risorse condivise”, indicando che “Il bilancio, che è ancora pari ad una virgola del Pil europeo, è il contenitore che dovrà essere riempito con investimenti e spese comuni che verranno imposti di volta in volta”.
E continua: “Vorrei dire oggi che un’altra priorità è aumentare le spese per la difesa per la competitività europea, tenendo conto del fatto che il mondo è ormai diviso in tre blocchi: Stati Uniti, Cina ed Europa”. E ha concluso dicendo: “Ma per migliorare la competitività europea, eviterei completamente di tornare all’uso degli aiuti nazionali, che di fatto smantellerebbero il mercato unico”.