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Italia: il 3,6% degli adolescenti non si considera un genere specifico

Italia: il 3,6% degli adolescenti non si considera un genere specifico
Wednesday 10 July 2024 - 11:15
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Ha scelto la terza opzione tra “Femmina, maschio... non conosco la mia identità” il 3,6% di un ampio campione di adolescenti, che hanno partecipato all'edizione 2024 del grande sondaggio nazionale sugli stili di vita dei minori vivere in Italia.

Il questionario è stato condotto da un laboratorio che si occupa di adolescenti e dall'Istituto Ricerche Iard, con il supporto operativo della Fondazione Mediatyche Srl, e ha coinvolto 3.427 studenti di età compresa tra 13 e 19 anni, rappresentativi del territorio nazionale.

Gli autori dello studio hanno spiegato che l'inserimento dell'opzione “non mi identifico” nelle risposte sull'appartenenza sessuale incluse nel sondaggio era una richiesta fattaci tramite gli insegnanti e dai ragazzi stessi, ma che non abbiamo accolto negli ultimi sondaggi di quest'anno, e che è stato scoraggiato da alcuni dirigenti scolastici che avevano paura delle risposte. Un atto di genitori sempre più invadenti, quest'anno abbiamo deciso di inserire la risposta: “Non mi identifico”, che “scelta da una minoranza, ma. significativo, il 3,6%, è un’opzione di libertà che cerca, a suo modo, di riportare alla normalità la situazione attuale e diffusa”.

A questo proposito, l’endocrinologo ed ex presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, Piernicola Garofalo, ha dichiarato: “Si tratta di un’occasione importante per gli adolescenti, e di un dato interessante da registrare, che forse, confrontando studi simili condotti negli Stati Uniti di L’America sottovaluta ancora l’importanza della realtà”.

«La nostra prima preoccupazione come medici ed educatori – ha osservato Garofalo – dovrebbe essere quella di dare ai giovani, e non solo a loro ovviamente, la possibilità di esprimere serenamente la percezione della propria identità, con tutte le sfumature e le incertezze che caratterizzano questo percorso, di aiutare e sostenerli”. Ha concluso affermando che “l’errore che non dobbiamo commettere è ignorare il fenomeno o cercare di nasconderlo ipocritamente, perché sarebbe un’omissione imperdonabile”.


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