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I partiti francesi di destra promettono di rafforzare i legami con il Marocco se saliranno al potere
Il dibattito politico in Francia si sta accendendo attorno alla politica estera della presidenza di Emmanuel Macron , in particolare nei suoi rapporti con il Marocco. I partiti di destra, come il Raggruppamento Nazionale ( RN ) e i Repubblicani (LR), hanno fortemente criticato questa diplomazia, affermando la loro intenzione di riorientare le relazioni con il Regno di Shereef in caso di presa del potere. Queste posizioni emergono in un clima elettorale teso, in cui le questioni internazionali diventano cruciali.
Le relazioni tra Francia e Marocco sono intrecciate da decenni con legami economici, culturali e politici. Tuttavia, negli ultimi anni sono emerse tensioni, in particolare attorno al Sahara marocchino, sulla gestione della migrazione e sulla sicurezza nel Sahel. Il Marocco spera che la Francia riconosca ufficialmente l'autonomia del Sahara, una posizione che rimane poco chiara per Parigi, causando frustrazione.
Jordan Bardella, leader della RN, ha accusato Emmanuel Macron di “provocare la rabbia del Marocco” con la sua politica estera, che considera responsabile del deterioramento delle relazioni tra i due paesi. Éric Ciotti, capo dei repubblicani, ha promesso di “ripristinare le relazioni diplomatiche e la cooperazione con il Marocco” se sarà eletto. Queste dichiarazioni mostrano la volontà di rivedere la politica estera francese per rafforzare i legami con i paesi africani, in particolare con il Marocco.
Queste critiche da parte della destra sottolineano la necessità di rivalutare l’attuale diplomazia. Le scelte di Macron sono viste come inefficaci, soprattutto in Africa. I leader di destra stanno anche cercando di sfruttare l’insoddisfazione generale per la gestione degli affari esteri, promettendo cambiamenti significativi per attirare gli elettori.
In questo delicato contesto elettorale, ogni affermazione viene studiata attentamente. Il miglioramento delle relazioni con il Marocco è presentato come una priorità strategica per ripristinare i legami storici e rispondere alle attuali sfide geopolitiche. Tuttavia, queste promesse vengono accolte con cautela, spesso viste come tattiche elettorali per sedurre un certo elettorato.