- 12:00L’Italia semplifica le procedure di assunzione per i lavoratori marocchini
- 11:00Il Marocco è al secondo posto tra i migliori paesi africani in termini di velocità di download di Internet.
- 10:30Google sviluppa una nuova funzionalità per proteggere la privacy in Gmail
- 10:00Bitcoin supera i 99.000 dollari e si avvicina alla storica barriera dei 100.000 dollari
- 09:20Il Marocco prevede di produrre un’auto ogni minuto
- 09:00Trump nomina Pam Bondi procuratore generale dopo il ritiro di Matt Gaetz
- 08:30Volker Türk: In un contesto internazionale turbolento, il Consiglio per i diritti umani svolgerà un ruolo sempre più importante
- 07:45Panama sospende le relazioni diplomatiche con la cosiddetta “RASD”
- 17:00Yahoo lancia una nuova app di messaggistica basata sull'intelligenza artificiale per migliorare l'esperienza dell'utente
Seguici su Facebook
Pezzotto, quanto ci costi: il macigno dell’illegalità
Pezzotto, quanto ci costi. L’illegalità e la contraffazione impongono un prezzo pesantissimo all’economia italiana. Che un’indagine di Confcommercio ha stimato nella cifra monstre di 38,6 miliardi di euro. In pratica, più di una finanziaria. A pesare sul salatissimo conto finale sono le “voci di spesa” che pagano, e paghiamo, tutti. L’abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro quello nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, mentre il giro d’affari della contraffazione in senso stretto vale fino a 4,8 miliardi. Un po’ meno del taccheggio che pesa per 5,2 miliardi. Poi c’è la criminalità. Quella cyber, in grande ascesa, impone al settore del commercio un dazio da pagare stimato in 3,8 miliardi di euro mentre tutti gli altri costi legati ai fenomeni di delinquenza, dai furti alle rapine, dai ferimenti alle spese di difesa passando per le assicurazioni, ammontano a poco meno di 7 miliardi di euro, per la precisione 6,9 miliardi. Tutto ciò incide, in maniera pesante, sulla capacità del settore di assumere personale. Falsi, ladri, delinquenti e abusivi mettono a rischio qualcosa come 268mila posti di lavoro. In pratica, la popolazione di un’intera città di medie dimensioni.
Secondo l’ufficio studi di Confcommercio, che ha portato avanti la ricerca insieme a Format Research, c’è un problema che investe, innanzitutto, i consumatori. Già, perché almeno uno su quattro ha candidamente ammesso che, nel corso dell’ultimo anno, ha acquistato beni contraffatti o servizi piratati. Il settore maggiormente preso di mira è quello dell’abbigliamento (il 64,1% di chi ha acquistato roba falsa). Ciò che spinge i consumatori a scegliere di acquistare pezzotto è, innanzitutto, il costo. Per il 71,3% degli utenti si tratta di “fare un affare”. Percentuale che sale al 74,4% tra quelli che giustificano acquisti simili in nome delle condizioni economiche peggiorate. Ciò accade anche perché il 66,4% degli intervistati afferma di non sapere che, acquistando falsi o beni pirata, si può incorrere in sanzioni amministrative e, talora, salatissime come nel caso dei pezzotti tv.
i canali web, a prescindere, hanno conquistato un peso importante e cambiato profondamente le abitudini di acquisto degli italiani. Al punto che il 45,6% degli intervistati ammette di aver acquistato solo online. Ma la consapevolezza è in aumento. Per il 66,4% dei cittadini, infatti, si corre il rischio di andare incontro a qualche fregatura scegliendo di fare acquisti in rete, magari fidandosi di canali poco sicuri che mettono in vendita beni a prezzi irresistibili. Spesso e volentieri, come raccontano le cronache fin troppo spesso, dietro gli annunci di super-sconti ci sono delle vere e proprie truffe che mirano a impadronirsi dei dati degli utenti ingenui o, nel migliore dei casi, c’è chi promette di vendere ma, nonostante gli incassi, non spedirà mai i beni acquistati, almeno in teoria, da chi fa i pagamenti. La truffa oltre il pezzotto.