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Akhannouch rappresenta Sua Maestà il Re a Kigali
Il Primo Ministro Aziz Akhannouch ha rappresentato Sua Maestà il Re Mohammed VI, oggi, domenica, a Kigali, in commemorazione del 30° anniversario del genocidio del 1994 contro i Tutsi in Ruanda.
In questa occasione, il presidente ruandese Paul Kagame ha segnato l’inizio della settimana di lutto nazionale deponendo una corona di fiori al Gisozi Memorial di Kigali, dove riposano i corpi di oltre 250.000 vittime del genocidio, nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato numerosi capi di stato dello Stato e del governo e rappresentanti di organizzazioni internazionali e regionali. Dopo aver osservato un minuto di silenzio per le vittime, Kagame ha dichiarato 100 giorni di lutto nazionale accendendo la “fiamma della memoria”, che dovrebbe ardere per 100 giorni, che è il periodo durante il quale durò il genocidio in questo Paese, dal 7 aprile al 15 luglio 1994. Il Presidente del Ruanda, in un discorso pronunciato durante la cerimonia, ha affermato che commemorare questo doloroso anniversario “costituisce un'occasione per commemorare le nostre vittime ma anche per essere orgogliosi di ciò che il Ruanda è diventato oggi grazie alle scelte che abbiamo fatto insieme per raggiungere la riconciliazione e far avanzare la nostra nazione”.
Kagame ha aggiunto che "i ruandesi, che sono stati in grado di vincere la paura, non possono affrontare qualcosa di peggio di quello che hanno già vissuto durante questa tragedia", sottolineando che questa nazione è pronta ad affrontare qualsiasi sfida o tentativo di respingerla e dividere i ruandesi.
In questa occasione, il Presidente del Ruanda ha espresso la sua gratitudine ai membri delle delegazioni venute ad esprimere la loro solidarietà al Ruanda in occasione di questo doloroso anniversario.
Nel 1994, il Ruanda è stato testimone di un genocidio etnico su vasta scala, quando gli estremisti Hutu e la milizia Interahamwe lanciarono un’orribile campagna di uccisioni che causò la morte di oltre 800.000 persone, la maggior parte delle quali appartenenti alla minoranza tutsi e agli Hutu moderati.
Questi massacri terminarono nel luglio dello stesso anno quando il Fronte patriottico ruandese, un movimento ribelle guidato da Kagame, riuscì ad entrare in Ruanda e imporre il controllo sul paese.
Oggi il Ruanda è considerato un modello africano di successo nel campo della stabilità, dello sviluppo, della governance e della crescita grazie alle politiche perseguite da oltre tre decenni.