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Washington avverte di "attacchi imminenti" in Siria
Il Dipartimento di Stato americano ha messo in guardia i propri cittadini dal recarsi in Siria, affermando di essere in possesso di "informazioni credibili" che indicano possibili "attacchi imminenti" nel Paese mediorientale.
Questo avvertimento è stato pubblicato dall'Ambasciata statunitense a Damasco sul suo sito web, sebbene sia chiusa dal 2012. Da allora, la responsabilità della tutela degli interessi statunitensi in Siria spetta all'Ambasciata ceca.
Nella dichiarazione si afferma che il Dipartimento di Stato sta "monitorando attentamente le informazioni affidabili su potenziali attacchi imminenti, anche nelle zone turistiche", ma non viene specificata la fonte delle informazioni o i gruppi che potrebbero pianificare gli attacchi.
Il ministero ha quindi emesso un'allerta di livello 4, il più alto del sistema di allerta degli Stati Uniti, che comporta il divieto formale di viaggio in Siria. Ha chiarito che l'allerta rimane valida e ha sottolineato che "nessuna regione della Siria può essere considerata sicura".
"Gli attacchi potrebbero verificarsi senza preavviso e colpire eventi pubblici, hotel, club, ristoranti, luoghi di culto, scuole, parchi, centri commerciali, mezzi di trasporto pubblici e aree densamente popolate", si legge nella dichiarazione.
Il Dipartimento di Stato ha inoltre ribadito che l'ambasciata statunitense a Damasco rimane chiusa e che al suo interno non potranno essere forniti servizi consolari. I cittadini statunitensi in Siria sono pertanto invitati a contattare in caso di emergenza la Sezione interessi degli Stati Uniti presso l'ambasciata ceca.
Questo nuovo avviso si aggiunge a una serie di avvisi simili emessi il 3, 10 e 18 marzo, che parlavano di "rischi imminenti di attacchi", nessuno dei quali si è finora concretizzato.
Questo avviso arriva poche settimane dopo la decisione di Washington di ridurre lo status diplomatico della missione siriana presso le Nazioni Unite. L'11 aprile, il Dipartimento di Stato ha confermato all'agenzia Anadolu che attualmente non riconosce "alcuna entità come governo legittimo della Siria".
Di conseguenza, i visti dei membri della delegazione siriana presso le Nazioni Unite sono stati riclassificati come visti rilasciati a rappresentanti di governi non riconosciuti dagli Stati Uniti.
Secondo il Wall Street Journal, gli Stati Uniti hanno recentemente posto una serie di condizioni affinché la nuova amministrazione siriana prenda in considerazione la normalizzazione delle relazioni. Tali richieste includono misure concrete contro i gruppi estremisti, l'espulsione delle fazioni palestinesi presenti sul suolo siriano, la collaborazione con l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) per eliminare le rimanenti scorte di armi chimiche, la messa in sicurezza dell'uranio e la nomina di un interlocutore per ritrovare i 14 cittadini americani scomparsi in Siria.
Ricordiamo che l'8 dicembre 2024 le fazioni siriane presero il controllo di Damasco, dopo aver conquistato altre città, ponendo fine a 61 anni di governo baathista e a 53 anni di dominazione della famiglia Assad.
Il 29 gennaio 2025, la nuova amministrazione siriana ha nominato Farouk al-Sharaa presidente di transizione, un periodo che dovrebbe durare cinque anni.
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