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Le multinazionali dovranno comunicare dove pagano le tasse
Le grandi multinazionali dovranno comunicare al pubblico dove (e quanto) pagano le tasse in Europa. Lo ha deciso il consiglio dei ministri che, in una nota, ha ribadito le ragioni del provvedimento rintracciandole nella necessità di “aumentare la trasparenza delle imprese e il controllo pubblico sulle strategie e sulle dinamiche fiscali delle multinazionali a beneficio del pubblico e di tutti i portatori di interesse”. Il nuovo obbligo di legge discende dall’applicazione, in Italia, di una precisa direttiva Ue. Saranno obbligate alla comunicazione tutte quelle multinazionali che, negli ultimi due anni, abbiano dichiarato ricavi superiori a 75 milioni di euro. Dovranno portare a conoscenza del registro delle imprese e del grande pubblico tramite pubblicazione sui loro siti web istituzionali “una specifica relazione informativa” che andrà “redatta entro dodici mesi dalla data di chiusura del bilancio d’esercizio”. Sono previste sanzioni per quelle imprese che non lo faranno. Ma non saranno così salate la violazione degli obblighi, infatti, costerà agli amministratori delle società inadempienti multe per un ammontare complessivo oscillante da un minimo di 10mila fino a un massimo di 50mila euro. Il tema del “dove” paghino le tasse le multinazionali che lavorano e fatturano in Italia (e non solo) è tra i grandi argomenti di dibattito. Sullo sfondo il “dumping” fiscale interno con Irlanda e Lussemburgo, su tutte, scelte dalle grandi aziende per pagare meno tasse a detrimento dei conti degli altri Stati membri. Una vicenda che dura da anni e che divide ciò che resta dell’Unione europea.
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