Advertising

Marocco: Un parallelo da tracciare con il “Marochinnate del 1944 in Italia

Marocco: Un parallelo da tracciare con il “Marochinnate del 1944 in Italia
Thursday 26 December 2024 - 15:49
Zoom

Non si può dire che questa sia una pagina gloriosa della storia dell'esercito francese, è un'informazione che si ripete spesso sui siti di tipo “identitario”: gli stupri di massa commessi dai goumiers marocchini del generale Alphonse Juin in Italia nel 1944 dopo la battaglia di Montecassino. Un fatto naturalmente ignorato dal simpatico (ma nemmeno trascendente) film Indigènes di Rachid Bouchareb.

D'altronde era presente in La Ciociara/The Barefoot Peasant, in una scena traumatica in cui Sophia Loren e sua figlia sono vittime di uno stupro di gruppo. Risalente al 1960, inutile dire che oggi sarebbe impossibile portare al cinema una cosa del genere per ragioni di rettitudine (sarebbe ingiusto limitare il film a questo unico passaggio, nell'insieme si vede che i civili italiani erano intrappolato tra le forze dell'Asse a nord e l'avanzata degli Alleati a sud). Questo breve e scioccante estratto viene spesso ripetuto sui siti di identità in questione.

Al di là dell'immagine forte dello stupratore nordafricano che fa la gioia degli odiatori, mi ha colpito d'altra parte che simili abusi erano già avvenuti in Europa qualche anno prima, sempre ad opera delle truppe coloniali marocchine: sono i regolari di Franco durante la dominazione spagnola Guerra civile (1936-1939). I libri di storici come Antony Beevor e Bartolomé Bennassar, pur non essendo molto gentili con i repubblicani spagnoli, li riportano in più occasioni. In termini di ignominia, il generale franchista Queipo de Llano è andato molto lontano, invocando apertamente lo stupro delle donne repubblicane da parte dei suoi soldati sulle onde di Radio Siviglia...

È sorprendente che questo tipo di informazioni sia completamente assente nella “facosfera”. Facendo un po' di ricerca, è per ironia della sorte in un articolo di un giornale marocchino (La Gazette du Maroc, 23/01/2009) che troviamo la denuncia di questi crimini:

[…] in questa sporca guerra i marocchini sono in prima linea: gli uomini saranno usati come macchine per schiacciare, umiliare, uccidere. I cronisti dell'epoca insistono, a torto, certo, ma spesso a ragione, sulla ferocia, perfino sulla crudeltà, dei mercenari marocchini. […] Il canone ritorna dettagliatamente sullo stupro, a Zeanuri, di 24 donne da parte dei soldati marocchini al servizio di Franco. Onaindía mette poi in dubbio la possibilità per i cattolici di sostenere i militari. Infatti, come possiamo sostenere i cosiddetti difensori della Chiesa che permettono che le donne cattoliche vengano violentate dal nemico ereditario del cattolicesimo: i musulmani? Maria Rosa de Madariaga, riconosciuta specialista in ambito scientifico dei rapporti tra Spagna e Marocco, in un lavoro molto documentato, ritorna su questo doloroso episodio della dittatura franchista: l'uso profuso da parte di questo paladino del nazionalismo in salsa cattolica di questi musulmani guerrieri per schiacciare gli spagnoli con sangue e fuoco. Il ricercatore ricorda che questi mercenari che hanno la benedizione della cattolicissima chiesa ufficiale spagnola hanno il via libera di Franco per saccheggi, stupri e furti tra popolazioni che manifestano ribellione.[…] Queste sono queste immagini del crudele “moro”, ladro e stupratore che alimenterà il razzismo anti-marocchino ancora diffuso nella società spagnola.

E lì, il mistero: il silenzio di tutti gli islamofobi identitari sull'argomento!

Da notare ancora una volta che il famoso slogan No Pasaran! potrebbe essere sentito come "Los moros no pasaran". » (fonte della canzone). Comprendiamo perché il simbolismo è così forte! Ma anche qui c’è un’amnesia generale.

Aggiungi il tuo commento

300 / Caratteri rimanenti 300
Condizioni di pubblicazione : Non insultare l’autore, le persone, i luoghi sacri, né attaccare religioni o la divinità, evitare incitazioni razziste e insulti

Commenti (0)

Le opinioni espresse nei commenti riflettono solo quelle dei loro autori e non quelle di Lou.Press