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L’inflazione? Panetta: Si combatte “festina lente”
Panetta: Avanti con giudizio, anzi “festina lente”. “Il processo di disinflazione richiede due ingredienti. Dobbiamo continuare ad aggiustare i tassi di politica monetaria per completare il processo e raggiungere senza problemi il nostro obiettivo di inflazione del 2% in uno scenario in cui le nostre aspettative si rivelino ampiamente corrette. Ma dobbiamo anche essere prudenti e pronti ad aggiustare la nostra politica in risposta a shock che potrebbero creare rischi al rialzo o al ribasso delle attuali prospettive”. Così il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta nel suo intervento alla conferenza di International Monetary Policy a Helsinki dalla Bank of Finland. Proprio il titolo del suo intervento (“La politica monetaria dopo la tempesta perfetta: festina lente”) richiama con un omaggio il motto e ossimoro latino “Affrettati lentamente” per indicare la politica decisa ma pacata di Augusto, il primo imperatore di Roma.
Avendo la capacità, sul tema, di essere pronti a gestire rischi imprevisti, valutando anche “scenari alternativi”, guardando ai possibili rischi geopolitici e politici, “che restano elevati” e operando con “consapevolezza e flessibilità”. Senza dimenticare la fibrillazione nelle “economie mondiali che hanno eletto o eleggeranno i loro leader nel 2024: un ricambio che si traduce fisiologicamente in incertezza”. E ancora, che “le famiglie e gli investitori devono farsi un’idea su come i governi entranti gestiranno molte decisioni economiche e politiche critiche”.
L’inflazione, ha aggiunto, “è ora in discesa e molte delle questioni di cui abbiamo discusso con tanto vigore negli ultimi mesi potrebbero meno importanti in futuro”. “Nel calibrare la normalizzazione dovremmo essere dipendenti dai dati- aggiunge – tenendo conto di delle informazioni in arrivo sulle prospettive macroeconomiche, senza attribuire peso eccessivo a segnali temporanei nei dati. Dovremmo anche essere cauti nelle nostre comunicazioni, evitando una ‘casuale’ foward guidance che può sollevare previsioni (implicite o esplicite) sui tempi e sulla sequenza dei futuri tagli dei tassi”. Per Panetta “una comunicazione irregolare distoglierebbe l’attenzione dalla determinante principale delle nostre decisioni di politica monetaria, ossia la nostra funzione di reazione”.