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Pichetto rilancia la corsa al nucleare
Pichetto rilancia la corsa dell’Italia al nucleare. E lo fa da Trento dove, partecipando al Festival dell’Economia, il ministro all’Ambiente e Sicurezza energetica snocciola le ragioni per le quali il Paese non può soprassedere sull’impegno a trovare nuove fonti di approvvigionamento. “Io vedo un ruolo nella ricerca e sperimentazione nucleare fin da adesso, anzi da ieri. Ora sto dando un incarico per ridefinire il quadro giuridico nazionale che non c’è”. Ed è un problema non da poco. “Non vedo spazi per grandi centrali nucleari ma meccanismi modulari più piccoli e gli analisti dicono che possiamo averli a fine decennio-inizio del prossimo”, spiega Pichetto che si lancia verso il futuro: “Dobbiamo essere pronti”.
Pichetto motiva il suo impegno: “La necessità di più che raddoppiare quello che è la nostra attuale domanda di consumi può essere data solo con qualcosa che dà continuità e l’unica ipotesi proponibile è il nucleare, che sia di fissione avanzata o da fusione ma al 2060”. Poi continua: “Credo che nuovi moduli potranno anche essere portati avanti da privati ma non senza intervento dello Stato, ma dobbiamo uscire da una situazione in cui l’energia ci costa quasi il doppio dei prezzi di Paesi vicino a noi. Nonostante lo Stato con le tasse integri e sovvenzioni le produzioni”. Quindi, Pichetto ha concluso con un applauso al neo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che all’atto dell’insediamento a viale dell’Astronomia ha ribadito, tra le altre cose, la necessità di puntare sul nucleare per il sistema produttivo italiano: “Se vogliamo mantenere un Paese tra i primi 7 del mondo, dobbiamo essere in grado di essere competitivi col mondo. Bravo Orsini, credo che l’interesse delle imprese sia essere competitive sul mercato”.
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