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Stati Natalità, contestata la ministra Roccella. Rinuncia a parlare: Censura fascista
Contestazione agli Stati generali della Natalità in corso a Roma all’indirizzo della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. “Vergogna, vergogna!”, hanno urlato alcuni giovani dalla platea appena la ministra ha preso la parola, esponendo alcuni cartelli.
Una di loro è poi stata invitata a salire sul palco: “Sui nostri corpi, decidiamo noi”, ha detto leggendo un comunicato. “Ragazzi, ma noi siamo d’accordo: nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno. È per questo che siamo qui, perché oggi le donne non decidono sul proprio corpo, non decidono fino in fondo liberamente se vogliono avere figli”, ha provato ad argomentare la ministra, mentre il presidente della Fondazione organizzatrice, Gigi De Palo, tentava di replicare ai contestatori: “Questo è un evento organizzato da una fondazione, non è convocato dal governo”.
La ministra, di seguito, ha iniziato nuovamente il suo intervento, rinunciandovi ed andando via dopo la raffica di grida ed accuse che la investivano.
Subito dopo, mentre venivano diffuse le reazioni all’accaduto e le parole di solidarietà da parte di numerosi esponenti della maggioranza ma anche dalla senatrice e portavoce di Azione, Mariastella Gelmini, la ministra ha pubblicato un post su Facebook: “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “grande stampa” e la “stampa militante” che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi – ha scritto – , avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro. Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere”.
Alla Roccella una telefonata del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per esprimerle solidarietà per quanto accaduto stamattina agli Stati Generali della natalità, sottolineando che “voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”.
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