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Robotaxis Tesla: promessa di futuro o rischio inaccettabile?
Prima di arrivare sul mercato, nella migliore delle ipotesi nel 2026, il Robotaxi di Tesla dovrà effettuare test in condizioni reali.
Vedere le Tesla senza conducente arrivare sulle strade non è rassicurante. Ma che ci piaccia o no, la guida autonoma è uno degli aspetti della mobilità di domani. Tesla ci crede fermamente e ha addirittura rinunciato al suo progetto a basso costo Model 2 per dedicare tutte le sue risorse a questo argomento.
Ma per essere approvata, la guida autonoma deve essere testata in condizioni reali. Per essere testato in condizioni reali deve ricevere tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle autorità pubbliche e queste ultime sono a dir poco caute. L’idea di vedere qualcuno finire in ospedale, o peggio all’obitorio, investito da un’auto autonoma che non lo ha individuato è sufficiente a far sudare freddo tutti gli eletti. Dobbiamo tenere presente che i processi civili negli Stati Uniti si risolvono dietro le quinte con milioni di dollari, non con un euro simbolico e con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
Una breve visita al Tesla Park?
Insomma, un dispiegamento globale di veicoli di prova è escluso e nessun Paese al mondo sembra davvero interessato all’idea di fungere da cavia. Anche la Cina sta rallentando, questo è tutto dire! Ma l’aura e la notorietà di Tesla potrebbero comunque facilitargli il compito. Diverse città americane, tra cui Palo Alto in California, dove si trova il quartier generale di Tesla, si sono dette pronte ad accogliere Robotaxis.
Un parco giochi ideale per i veicoli, e per le città una grande attrazione turistica e, a breve termine, la possibilità di beneficiare in anticipo della rete di trasporti pubblici più avveniristica del Mondo! E questo, certamente gratuitamente e forse anche in cambio di una piccola busta per le buone opere della città, perché ad un certo punto bisognerà far salire i passeggeri nelle auto. In breve, è tutto vantaggioso.