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PRIMA PAGINA-Nomine Ue, si fa Fitto il dialogo Ursula-Giorgia
Qui al governo italiano “il lavoro non manca, siamo molto concentrati, anche per quanto riguarda la coesione, domani abbiamo la cabina di regia sulla settima rata e un lavoro importante nella attuazione dell’articolo 2 per la revisione del Pnrr”. Il ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto, risponde così a chi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri a Palazzo Chigi, gli ha chiesto un commento circa i rumors che lo vedrebbero traslocare a Bruxelles come commissario europeo. Il nome dell’ex governatore della Puglia come rappresentante italiano nell’esecutivo Ue è circolato fin dal primo momento e le sue quotazioni sembrerebbero essere via via aumentate nel corso delle settimane, facendo calare quelle della numero uno del Dis, Elisabetta Belloni. L’iniziale scetticismo di Giorgia Meloni, dovuto alla riluttanza di rimettere mano alle caselle del governo, ma anche alla volontà di lasciare uno dei principali dossier della legislatura, quale il Pnrr, nelle mani di un fidatissimo come il ministro Fitto, avrebbe nel corso dei giorni ceduto il passo all’esigenza di indicare in Europa un nome apprezzato e adeguato a ricoprire anche il ruolo di vicepresidente della Commissione. Nel giorno in cui è stato annunciato il pagamento della quinta rata del Pnrr, il titolare della delega al Piano non ha mancato di evidenziare la “proficua e positiva collaborazione tra la Commissione Europea e il governo italiano”. Non è quindi esclusivamente per la delega agli Affari europei se il ministro la scorsa settimana ha accompagnato la presidente del Consiglio italiana alla due giorni del Consiglio europeo a Bruxelles, uno dei vertici “più importanti degli ultimi anni” come lui stesso lo ha definito. Stando a quanto si apprende da ambienti della maggioranza, la presenza di Fitto al summit del leader Ue che si è svolto nella capitale belga è stato tutt’altro che marginale. Complici i suoi buoni uffici con Ursula von der Leyen, Fitto – che fino all’elezione a deputato alle politiche del 2022 e alla nomina nel governo guidato da Giorgia Meloni sedeva tra i banchi dell’Europarlamento ed era copresidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei – sarebbe stato protagonista di una certosina opera di mediazione tra la presidente della Commissione, in cerca dei numeri per un secondo mandato, e la premier italiana. Al netto della designazione dei top jobs da parte del Consiglio europeo, il vero scoglio alla corsa al bis della von der Leyen è infatti rappresentato dall’esigenza di assicurarsi i voti necessari al Parlamento europeo, dove lo scrutinio segreto potrebbe riservare sorprese da parte dei franchi tiratori. Con il sostegno del Conservatori, gruppo nel quale Fratelli d’Italia conta 24 componenti, l’esponente della Cdu tedesca risulterebbe, invece, blindata. Sull’allargamento dell’attuale maggioranza, composta da popolari, socialisti e liberali, al gruppo Ecr lavora assiduamente Antonio Tajani, altro esponente di punta del governo italiano ed altro esperto delle questioni e degli equilibri comunitari, proprio come Fitto. Il titolare della Farnesina ha avviato un vero e proprio braccio di ferro all’interno del Ppe, di cui è vicepresidente, per scongiurare l’alleanza con i Verdi ed aprire al dialogo con i conservatori. Inoltre, Tajani è stato tra i primi a rivendicare la vicepresidenza italiana della Commissione. In attesa degli esiti della triangolazione in Europa tra Meloni, Fitto e Tajani, nell’eventualità che sia proprio il ministro per Affari europei a essere designato quale commissario, con una delega pesante e di natura economica, si inizia a ragionare anche sul suo sostituto al dicastero. Giorgia Meloni vuole ovviamente gestire e guidare l’eventuale avvicendamento, ma è probabile che nella partita avrà ancora una volta un certo peso lo stesso Fitto, che dal punto di vista politico ha dato ancora nuovamente prova della sua forza con il risultato raggiunto dai suoi candidati alle elezioni europee.