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Porti statunitensi soffocati dalla guerra commerciale di Trump
Gli effetti della guerra commerciale lanciata dall'ex presidente Donald Trump si stanno facendo sentire duramente nei maggiori porti degli Stati Uniti, in particolare a Los Angeles e Long Beach, principali punti di accesso per le merci asiatiche, in particolare quelle cinesi. Questi importanti hub logistici stanno subendo un drastico calo del traffico, sintomo tangibile di un'economia sotto pressione.
Secondo Gene Seroka, direttore del porto di Los Angeles, si prevede un calo del 35% del volume dei container rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. A Long Beach, le proiezioni per maggio indicano un calo del 30% delle importazioni. Decine di navi hanno già cancellato i loro scali, segno del forte rallentamento del commercio internazionale causato dai nuovi dazi.
La causa di questa paralisi sono gli elevati dazi imposti da Trump, che raggiungono fino al 145% su alcuni prodotti cinesi. Questa misura ha immediatamente raddoppiato, se non addirittura triplicato, il prezzo dei beni fabbricati in Cina, costringendo distributori e produttori americani a sospendere le importazioni.
L'impatto si estende oltre la costa californiana. Mario Cordero, direttore del porto di Long Beach, avverte che l'intera infrastruttura portuale americana, dall'Atlantico al Golfo del Messico, sta risentendo di questa crisi commerciale.
Di fronte a questa situazione, molte aziende l'avevano anticipata all'inizio dell'anno, accumulando ingenti scorte prima dell'entrata in vigore dei dazi. Ma queste riserve dureranno solo poche settimane, secondo le previsioni. Senza una revisione della politica commerciale della Casa Bianca, i consumatori americani rischiano di trovarsi di fronte a una carenza di prodotti sugli scaffali e a un'impennata dei prezzi.
Antonio Montalbo, proprietario di una piccola azienda di autotrasporti, illustra le ripercussioni concrete della crisi. A causa della mancanza di pezzi di ricambio a prezzi accessibili, anch'essa colpita dai dazi, potrebbe essere costretto a licenziare parte del suo personale. Montalbo, che ha votato per Trump nella speranza di una ripresa economica, esprime ora la sua disillusione: "Ora abbiamo qualcosa di peggio dell'inflazione: i dazi".
Le conseguenze di questa guerra commerciale hanno un impatto diretto sul potere d'acquisto degli americani e mettono a repentaglio centinaia di migliaia di posti di lavoro nella logistica, nei trasporti e nella distribuzione.
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