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ONG internazionali denunciano le restrizioni israeliane che ostacolano gli aiuti a Gaza

16:35
ONG internazionali denunciano le restrizioni israeliane che ostacolano gli aiuti a Gaza
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Oltre 100 organizzazioni umanitarie, tra cui Oxfam e Medici Senza Frontiere, accusano Israele di bloccare sistematicamente le consegne di aiuti alla Striscia di Gaza, citando le nuove regole imposte alle ONG straniere. In una lettera resa pubblica giovedì, affermano che solo a luglio sono state respinte almeno 60 richieste di permesso di ingresso per forniture.

Tra i casi citati c'è quello dell'organizzazione Anera, che ha 7 milioni di dollari in aiuti umanitari pronti per la consegna, tra cui 744 tonnellate di riso – l'equivalente di sei milioni di pasti – attualmente bloccate nel porto di Ashdod, a pochi chilometri da Gaza. Allo stesso modo, Care e Oxfam non sono in grado di consegnare rispettivamente 1,5 milioni e 2,5 milioni di dollari di forniture all'enclave palestinese.

Adottate a marzo, le nuove linee guida israeliane consentono al governo di rifiutare la registrazione alle ONG se ritenute ostili o accusate di partecipare a campagne per "delegittimare" Israele. Il Ministro della Diaspora israeliana Amichai Shikli ha giustificato queste misure affermando che "molte organizzazioni umanitarie a volte servono da copertura per attività ostili o violente".

Le ONG contestano queste argomentazioni, sostenendo che queste regole privano la popolazione di Gaza di cibo, medicine e protezione. "La nostra missione è salvare vite umane, ma queste restrizioni impediscono l'accesso ad aiuti vitali", lamenta Julianne Fieldwick, direttrice di Care per Gaza.

Da maggio, Israele ha affidato la distribuzione di cibo alla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta dagli Stati Uniti, un'organizzazione a cui le principali ONG e le Nazioni Unite si rifiutano di aderire, accusandola di servire obiettivi militari israeliani. Le Nazioni Unite affermano che 1.373 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dal 27 maggio, la maggior parte dei quali "mentre cercavano cibo" sotto il fuoco israeliano.

Le ONG temono inoltre di dover cessare le loro operazioni in Israele e nei Territori Palestinesi se si rifiutassero di consegnare i dati sensibili dei loro dipendenti palestinesi entro settembre. Senza questa cooperazione, potrebbero essere costrette a ritirarsi completamente da Gaza e dalla Cisgiordania entro i prossimi due mesi.



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