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L'energia nucleare globale rischia la carenza di uranio
L'annunciata ripresa del nucleare potrebbe scontrarsi con un ostacolo importante: la mancanza di uranio. In un rapporto pubblicato venerdì, la World Nuclear Energy Association (WNA) avverte di una possibile carenza entro il 2030, nonostante la domanda di reattori civili continui a crescere.
Si prevede che il fabbisogno globale di uranio aumenterà di un terzo, raggiungendo le 86.000 tonnellate nel 2030, per poi salire a 150.000 tonnellate entro il 2040. Tuttavia, allo stesso tempo, la produzione delle miniere esistenti potrebbe dimezzarsi a causa del graduale esaurimento dei giacimenti attuali. Questo squilibrio rischia di rallentare l'espansione del settore e di mettere a repentaglio le ambizioni energetiche di molti paesi.
Per evitare questa situazione di stallo, l'associazione chiede di intensificare l'esplorazione, utilizzare tecnologie minerarie innovative, accelerare le procedure di autorizzazione e, soprattutto, investire rapidamente per garantire le forniture.
Questo avvertimento giunge mentre la guerra in Ucraina e il calo delle forniture di gas e petrolio dalla Russia hanno spinto l'Europa e diverse grandi economie a rilanciare l'energia nucleare. Inoltre, i giganti della tecnologia stanno puntando su questa energia per alimentare i loro data center dedicati all'intelligenza artificiale.
Lo spettro di una "crisi dell'uranio" potrebbe quindi trasformare l'auspicato boom dell'energia nucleare in una vera e propria sfida strategica per la sicurezza energetica globale.