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L’ammucchiata sinistra vuole dividere l’Italia
Si fa sempre più profondo il solco che separa la maggioranza di centrodestra dall’ammucchiata all’opposizione. E non tanto per il merito delle proposte – che oltretutto a sinistra scarseggiano da tempo – quanto per una questione di metodo. La capacità della coalizione che sostiene il governo di trovare una sintesi tra le varie anime che la compongono è una prova di maturità che porta risultati concreti e alleanze stabili, non volatili come dall’altra parte del campo, dove da troppo tempo, a tutto danno di una sana dialettica politica, si ritrova l’unità esclusivamente sui ‘no’. Una prassi conclamata che ha trovato ulteriore conferma con la decisione di promuovere un referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata. Il paradosso non è contestare un provvedimento approvato dall’altra parte politica, ma che i partiti oggi uniti nel tentativo di cancellare le nuove norme non riuscirebbero mai a sedersi attorno a un tavolo per scrivere una loro proposta unitaria. D’altronde, la politica del ‘contro’ è molto facile, basta dire no a tutto senza neanche proporre alternative. E così Conte e Schlein che dall’annullamento delle primarie a Bari a stento dialogavano, Renzi e Fratoianni che sembrano il diavolo e l’acquasanta, Calenda e Magi che sono il giorno e la notte, si ritrovano appassionatamente fianco a fianco nella raccolta delle firme necessarie a celebrare il referendum. Di certo, a spiccare per la ritrovata coesione a sinistra è chi come Renzi ha guidato un governo con i fuoriusciti di Forza Italia capitanati da Alfano e che si è presentato alle ultime politiche fuori dagli schieramenti (in tandem con Azione per poi dividersi pochi mesi dopo il voto), anche se l’onestà intellettuale impone di ammettere che con i referendum ha una certa esperienza. E a proposito di chi fa e disfa alleanze a giorni alterni, Conte è tornato alla corte dei Dem nel tentativo di rimanere alla guida dei grillini dopo che Grillo ha lanciato l’esigenza di un ritorno al passato, mettendone in discussione la leadership. Da qui la partecipazione alla manifestazione con Pd, AVS e + Europa, assenti invece Azione e Italia Viva, dove il ritorno grillino – vedremo per quanto – nel “campo progressista” è stato sugellato da un abbraccio tra la Schlein e un Conte talmente di sinistra che si è addirittura tolto la cravatta. Di certo non l’unica rivoluzione in casa pentastellata dove la linea è cambiata anche sul fronte quirinalizio, un tempo bersaglio, ieri destinatario dell’appello dei capigruppo Silvestri e Patuanelli di rinviare al Parlamento la riforma “ormai conosciuta come ‘Spacca-Italia’”, scrivono nero su bianco al Presidente della Repubblica. Di avviso diametralmente opposto il senatore e coordinatore della Lega in Puglia Roberto Marti che a L’identità spiega come “l’approvazione dell’Autonomia segna un punto di svolta fondamentale per un’Italia più moderna ed efficiente” ed è “un’opportunità per ridurre i divari tra Nord e Sud in un’ottica di responsabilità, trasparenza e buona amministrazione. È con l’Autonomia che si potranno garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale i Lep – i livelli essenziali delle prestazioni – per assicurare tutela uniforme dei diritti sociali e civili di tutti i cittadini e combattere così le diseguaglianze sociali”. Inoltre, aggiunge, “la riforma incentiva gli amministratori a lavorare sempre meglio e dà una spinta decisiva per garantire i servizi ai cittadini, attraverso, appunto, i Lep e una chiara definizione di costi e fabbisogni standard. Avvicina il potere decisionale al cittadino e permette di dare alle Regioni una nuova visione, non centralistica, bensì come unione di entità locali”. Per Marti “l’Autonomia è, quindi, un’occasione storica anche per il Mezzogiorno. Grazie a questa riforma e al grande lavoro del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, si mette in atto un importante strumento che unisce e non certo divide, e che consentirà di ridurre quei divari che il centralismo, non l’Autonomia che neanche c’era, ha generato e sempre alimentato”. D’ora in poi “le Regioni potranno esprimere al meglio le loro potenzialità per garantire meno sprechi e più servizi ai loro cittadini. Chi sa amministrare e non ha paura ad assumersi le proprie responsabilità, non ha certo timore dell’Autonomia ma solo voglia di mettersi in gioco per il bene del proprio territorio. E nella levata di scudi dell’opposizione l’esponente leghista vede “da parte della sinistra le solite polemiche infondate e strumentali. I cittadini, da Nord a Sud, non meritano chiacchiere ma fatti e concretezza. Anche in Puglia e in tutto il Meridione vogliamo contare di più e avere una governabilità controllata a tutela dei cittadini”.