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Italia: sentenza della Corte sulle "lesbiche" nel Paese
La Corte Costituzionale italiana ha stabilito che le coppie omosessuali che ricorrono alla fecondazione in vitro (FIVET) all'estero possono essere legalmente riconosciute come genitori in Italia.
Si prevede che la sentenza sulla possibilità per le coppie omosessuali che ricorrono alla fecondazione in vitro (FIV) di essere legalmente riconosciute come genitori in Italia, anche se una delle due non è la madre biologica, sarà accolta con favore dai cosiddetti gruppi italiani per i "diritti degli omosessuali", che si sono spesso scontrati con il governo conservatore del Primo Ministro Giorgia Meloni, che si definisce ostile a quella che definisce la "lobby gay".
La corte ha ritenuto che negare il riconoscimento legale a una madre non biologica viola i principi di uguaglianza e identità personale sanciti dalla Costituzione, nonché il diritto del bambino all'assistenza, all'istruzione e alla continuità emotiva da parte di entrambi i genitori.
La corte ha stabilito di annullare parte di una legge del 2004 che impediva a due donne in una relazione omosessuale di registrarsi come rappresentanti legali, anche se entrambe acconsentivano alla procedura.
Il caso è arrivato all'attenzione di un tribunale della città toscana di Lucca, che ha messo in dubbio la legalità di negare la "doppia paternità completa" in un caso che coinvolgeva una coppia lesbica.
I giudici hanno osservato che la confusione sulla legge ha portato a sentenze contrastanti nei diversi tribunali, lasciando che i sindaci, che gestiscono i registri di stato civile nei loro territori, prendano decisioni diverse in casi simili.
In alcuni casi, entrambe le madri erano elencate sul certificato di nascita del bambino, mentre in altri casi la madre non biologica era esclusa dalla registrazione sul certificato.
Nella decisione di rinvio si afferma che "questi risultati contrastanti riflettono una realtà sociale in evoluzione alla quale il legislatore non ha ancora risposto".
La sentenza non modifica le attuali restrizioni in Italia sull'accesso alla fecondazione in vitro, che restano limitate alle coppie eterosessuali, ma rappresenta un passo avanti verso il riconoscimento dei diritti dei genitori dello stesso sesso.
In un'altra sentenza emessa anch'essa giovedì, la Corte costituzionale ha affermato che le norme che impediscono alle donne single di accedere alla fecondazione in vitro non sono incostituzionali, ma ha indicato che potrebbero essere modificate se il Parlamento trovasse la volontà politica di farlo.
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