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Gli Houthi rivendicano la responsabilità dell'attacco alla portaerei statunitense Harry Truman nel Mar Rosso
La tensione sta aumentando nella regione del Mar Rosso dopo che i ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato venerdì sera di aver condotto un'operazione militare contro la portaerei statunitense USS Harry Truman. Secondo il loro portavoce militare, Yahya Saree, l'attacco è stato condotto utilizzando missili da crociera e droni, nell'ambito di quella che loro definiscono una "risposta all'aggressione statunitense contro lo Yemen".
In una dichiarazione videoregistrata, Saree ha affermato che l'operazione ha coinvolto la forza missilistica balistica delle forze armate yemenite, velivoli senza pilota e unità navali. Ha aggiunto che gli attacchi statunitensi non hanno indebolito le capacità di combattimento degli Houthi, ribadendo la determinazione delle loro forze a proseguire le operazioni militari in mare e sulla terraferma.
In risposta, l'aeronautica militare statunitense ha lanciato venerdì mattina diversi attacchi aerei contro aree residenziali e agricole a est della capitale yemenita, Sanaa. L'emittente televisiva Al-Masirah, affiliata agli Houthi, ha riferito che cinque attacchi hanno preso di mira la regione di Bani Hashish, causando ingenti danni materiali.
L'agenzia Anadolu, da parte sua, ha registrato centinaia di attacchi statunitensi sul territorio yemenita dal 15 marzo, che hanno causato la morte di 116 civili e il ferimento di altre 224 persone, tra cui donne e bambini, secondo i dati degli Houthi.
Gli sviluppi segnano una notevole escalation del conflitto, pochi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato una grande offensiva militare contro gli Houthi. Ha promesso di “eliminarli completamente” dopo i loro ripetuti attacchi contro navi statunitensi e israeliane nel Mar Rosso, nonché contro obiettivi all’interno di Israele.
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