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Donald Trump denuncia il "genocidio" contro la minoranza bianca in Sudafrica
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condannato fermamente quello che ha definito un "genocidio" nei confronti della minoranza bianca in Sudafrica, in particolare degli afrikaner, durante un incontro ufficiale alla Casa Bianca con il suo omologo sudafricano Cyril Ramaphosa.
Trump ha sostenuto queste accuse pubblicando un video contenente inviti alla violenza e alla discriminazione razziale contro i contadini bianchi. Il filmato mostra raduni di massa in cui gli oratori chiedono apertamente la confisca delle terre appartenenti ai contadini bianchi e la loro eliminazione fisica.
Tra le scene presentate, colonne di croci bianche che costeggiavano le strade testimoniavano, secondo Trump, la presenza di "oltre mille tombe di contadini bianchi". Ha affermato che i veicoli parcheggiati lungo queste strade appartenevano ai parenti venuti a rendere omaggio ai loro defunti.
In risposta a questi eventi, lo scorso febbraio Trump ha firmato un decreto con cui ha sospeso tutti gli aiuti americani al Sudafrica. Ha accusato il governo sudafricano di perseguire politiche di discriminazione razziale nei confronti della minoranza bianca, in particolare attraverso una controversa legge sull'espropriazione delle terre senza indennizzo.
Il decreto presidenziale afferma che le autorità sudafricane hanno avviato un procedimento per sequestrare terreni agricoli appartenenti alla comunità afrikaans, attuando nel contempo misure volte ad abolire le pari opportunità in termini di occupazione, istruzione e commercio.
Lo stesso testo prevede anche la concessione dello status di rifugiato agli afrikaner, accelerando la procedura per ottenere la cittadinanza americana. La prima ondata di rifugiati, composta da circa cinquanta agricoltori, è arrivata a Washington la scorsa settimana. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha confermato che si tratta del primo gruppo, annunciando l'arrivo di altre delegazioni nelle prossime settimane.
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