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Tunisia.. Arresto di un imprenditore italiano che lavora come contabile per la mafia

Monday 12 August 2024 - 21:30
Tunisia.. Arresto di un imprenditore italiano che lavora come contabile per la mafia

Le unità di sicurezza di Hammamet, nel nord-est della Tunisia, hanno arrestato un uomo d'affari italiano che lavora come contabile per la mafia a Palermo, insieme alla sua ragazza, dopo aver affittato una casa nella città di Hammamet 3 mesi fa e essersi stabilito lì.

L'Ifm Radio ha riferito che l'operazione per arrestare l'imprenditore italiano Angelo Salvatore Stracuzzi è stata condotta in coordinamento con le unità di sicurezza italiane e l'ufficio dell'Interpol.

L'IFM ha precisato, citando le sue fonti, che il processo di arresto dell'imprenditore è avvenuto dopo una serie di indagini e uno stretto coordinamento tra le unità di sicurezza tunisine e quelle italiane, soprattutto alla luce della pericolosità dell'imputato, notoriamente vicino alle agenzie mafiose italiane, attraverso le quali cercano di infiltrarsi nella struttura economica italiana.

Le stesse fonti hanno indicato che, nonostante le misure speciali di sorveglianza della Direzione antimafia del suo paese, l'anziano italiano è riuscito a fuggire e stabilirsi nella città di Hammamet.

I siti italiani hanno confermato la sospensione e l'hanno considerata una vittoria preziosa per i servizi di sicurezza tunisini e italiani.

Ha anche spiegato che il processo per fermarlo rivelerebbe le reti mafiose che stanno cercando di danneggiare l’economia italiana e minacciare la sicurezza e l’incolumità dell’Italia.

Stracuzzi aveva ricevuto una misura cautelare in carcere emessa da un tribunale di Palermo, con l'accusa di trasferimento fraudolento di valori, ostacolo alla libertà delle aste ed estorsione, con l'aggravante del metodo mafioso.

In passato Stracuzzi si era visto confiscare beni ed era sottoposto a sorveglianza speciale di sicurezza perché ritenuto vicino a "Cosa Nostra agrigentina" (mafia siciliana).

Dalle indagini è emerso anche il suo ruolo attivo all'interno di un'organizzazione imprenditoriale legata alla mafia di Licata.


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